Addio 2021, un calcio a Nostradamus
Non ho mai creduto, nemmeno per un istante, alle profezie di Nostradamus. Sono sicuro che se gli avessero chiesto il pronostico di Inter-Juve avrebbe toppato di brutto, centrando soltanto una previsione da cinquanta centesimi con queste parole: “La vede il nuovo saggio con un cervello solitario e registrato/ la disputa mai riaffiderà al di Schio arbitro Daniele Orsato”.
Ho letto che, secondo il divinatore francese, gran profeta di sventura, il 2022 sarà un anno terribile, caratterizzato da tutte le sfighe possibili e immaginabili: “Nostra” era uno che viveva male. Mi sono perciò convinto che succederà il contrario, e oltre. Non ci sarà la quinta ondata di covid e le diffidenze, le paure, la disinformazione e le derive eversive verranno sconfitte insieme alla pandemia.
Limitatamente allo sport, la Coppa d’Africa otterrà un successo senza precedenti, dando ragione ai censori dei commentatori poco seri (che saremo noi). La Salernitana sarà rilevata da un nipote di Abramovic. A marzo l’Italia batterà il Portogallo con una doppietta di Immobile. Andremo così ai Mondiali insieme a Ronaldo, che nel frattempo sarà diventato il testimonial principe, o il principe testimonial, della manifestazione. Noi di nuovo campioni, sempre ai rigori: quello decisivo lo realizzerà Jorginho che saluterà i criticonzi con il gesto dell’ombrello. Insigne non andrà a Toronto: preferirà il Napoli e la casetta di Fratta a quella “in Canadà”. Dybala si legherà alla Juve per altri cinque anni, ma senza rinnovare.
Simone Inzaghi vincerà il campionato, la Juve la Champions (ai miracoli bisogna credere fino in fondo), il Napoli l’Euroleague, la Roma la Conference e il Monza la B, sennò chi lo sente Galliani. Il sarrismo rilancerà la Lazio. Steven Zhang venderà l’Inter a un miliardario americano, non prima - però - di aver sensibilmente migliorato la comunicazione personale. A luglio Marotta passerà al Milan, riprenderà Conte e nel 2023 sarà scudetto.
I presidenti investiranno con ostinazione sulla sostenibilità finanziaria, sulle idee, sui giovani e sulla competenza di manager onesti. Le commissioni per gli agenti rispetteranno i parametri regolamentari che già ci sono, ma che in troppi aggirano. Spariranno le sedi mai frequentate nelle “isole fiscali”. Infantino rivelerà che il Mondiale ogni due anni era semplicemente uno scherzetto fatto a Ceferin, il quale a sua volta ammetterà che la Conference e la Nations League sono tornei inutili e dannosi. I ricavi degli eventi organizzati da Fifa e Uefa serviranno ad aiutare le società in difficoltà.
Al prossimo Pallone d’oro concorreranno Lewandowski, Jorginho, Immobile, Zaniolo, Pellegrini, Donnarumma e Messi. Che lo rivincerà.
Nel rispetto delle autonomie e delle competenze, Sport e Salute e il Coni troveranno un accordo soddisfacente sulla distribuzione delle risorse alle federazioni sportive. Basket, volley, tennis, atletica, scherma, rugby, sci e insomma tutti gli sport che hanno reso vincente il nostro Paese che non fa sistema acquisiranno nuova energia. Ovviamente Cozzoli e Malagò non sapranno più fare a meno l’uno dell’altro, così come Gravina e Lotito che firmeranno a quattro mani legate la riforma del calcio italiano.
Jacobs stabilirà il nuovo primato mondiale dei 100 e dei 200 e spiegherà che il suo idolo è proprio Tortu senza il quale la 4x100 non avrebbe mai conquistato l’oro a Tokyo. Gli inglesi rosicheranno.
La Ferrari tornerà a essere la più forte del mondo con Schumacher junior, la Lega calcio aprirà ai fondi e restituirà dignità, valore e appeal alla serie A, i cui diritti tv saranno stravenduti ovunque, così come aveva vagheggiato vent’anni fa Giuseppe Gazzoni.
Il Var sarà abolito dal momento che gli arbitri risulteranno talmente preparati, mentalmente liberi e lucidi da riuscire a dirigere tutte le partite senza una sola sbavatura.
Dimenticavo: domani il primo ministro Mario Draghi assumerà l’interim dello sport.
PS. Vi consiglio “Don’t look up” su Netflix. Prima che un asteroide distrugga la Terra e subito dopo la televisione.
