Caro direttore, questo è un appello per la salute fisica e mentale di centinaia di migliaia di ragazzi che fanno sport e dietro i quali ci sono anche le speranze e i sacrifici delle loro famiglie.
Approfitto allora dell’ospitalità del Corriere per lanciare una proposta che riguarda in particolare le categorie Juniores e Allievi, cioè under 18 e 17. È un appello al Coni e a tutte le Federazioni sportive, a cominciare della Federcalcio, che conosco meglio e ha i numeri più grandi. Ma non è questione di numeri, riguarda tutte le discipline sportive, individuali e di squadra.
Alle prese con questo incubo della pandemia, nell’ultimo anno i ragazzi hanno perso la socialità e l’istruzione della scuola, ma anche la “spinta” dello sport per la loro crescita, quell’atmosfera di complicità e solidarietà, di sacrifici e rinunce che soltanto uno spogliatoio sa trasmettere e insegnare. Veniamo al sodo: la Figc e la Lega Dilettanti hanno fatto una battaglia giusta per far ripartire il Campionato di Eccellenza, chiedendo che il Coni riconoscesse il “carattere nazionale” di questo torneo, con un complesso di 536 squadre distribuite in tutta Italia.
Difficoltà organizzative e finanziarie legate ai costi del protocollo anticovid hanno portato purtroppo alla rinuncia di 246 club e il torneo ripartirà con enormi sacrifici e qualche acrobazia facendone tornare in campo 290.
È stato il riconoscimento in via straordinaria da parte del Coni del “carattere nazionale” del Campionato di Eccellenza a consentirne la ripartenza. Se mancano oggettivamente le condizioni per allargare anche a Promozione e Campionati successivi, tutto tace colpevolmente – invece - sul Campionato juniores Nazionale, che questa “denominazione” l’ha già e non aveva bisogno di chiedere nessuna deroga e nessun privilegio. Per capirci meglio, stiamo parlando di oltre 75mila juniores (2002 e 2003), gli Under 18, che giocano un campionato “nazionale”, ma sono fermi, scomparsi dal radar della Lega Dilettanti, nonostante contino 153 squadre.
A causa della pandemia, questi ragazzi hanno perso due campionati, sono fermi anche gli allenamenti, non hanno alcuna prospettiva perché non se ne occupa nessuno.
Analogo discorso riguarda un’altra categoria di giovani, quella degli Allievi, fondamentale per la crescita del calcio italiano: gli Under 17, divisi tra squadre del settore professionistico e squadre di livello regionale che fanno appunto riferimento al Settore giovanile e scolastico della Figc. Si tratta complessivamente di altri 110.580 tesserati e 5.668 squadre.
Quando si straparla di impulso al vivaio nazionale e di tutela dell’identità calcistica italiana, è soprattutto a queste categorie - under 18 e under 17 - che bisogna guardare.
Questi ragazzi hanno già perso oltre un anno di esperienza di campo, di crescita tecnica e sportiva, in fasce di età decisive per le speranze loro e del calcio.
Attraverso il Corriere, voglio perciò lanciare al Coni, alla Figc e alla Lega Dilettanti una proposta concreta e realizzabile, mi auguro anche per tutti gli altri sport, se c’è la volontà politica di farlo: e cioè, congelare per un anno i tetti di età delle categorie Juniores e Allievi, allungandone la scadenza temporale.
Per non far perdere a questi ragazzi 2 anni di attività agonistica e restituire loro almeno in parte quello che il covid gli sta rubando.
(zazza) Caro Antonello, l’età migliora tutti, anche gli ex direttori generali della Federcalcio dei quali stiamo scoprendo la sorprendente sensibilità. O forse eravamo distratti. Il Corriere dello Sport-Stadio sposa in pieno il tuo appello e si augura che le istituzioni ne comprendano il senso. Pensare ai più giovani introduce il vaccino dell’ottimismo del quale abbiamo tutti un enorme bisogno. Ciò che segnali non è una piccola cosa: a volte fermare il tempo vuol dire ripartire sul serio.