ROMA - Diego Armando Maradona è morto a 60 anni. L'ex campione argentino, che era allenatore del Gimnasia, ha avuto una crisi cardiorespitatoria nella sua abitazione a Tigre, nei pressi di Buenos Aires, ed è deceduto intorno alle 12 ora locale, nonostante i soccorsi portati da ben nove ambulanze: i medici hanno tentato di rianimarlo senza successo. Maradona aveva compiuto 60 anni il 30 ottobre e si era sottoposto a un'operazione alla testa il 4 novembre scorso per rimuovere un ematoma subdurale. Tornato a casa l'11 novembre, sembrava sulla via della ripresa. "Ha avuto una crisi respiratoria" ha riferito in lacrime il fratello Hugo, anche lui ex calciatore.
Il procuratore: “Morte naturale”
La morte è stata causata "in linea di principio" da cause naturali. Lo ha dichiarato ai media il procuratore generale di San Isidro, John Broyard. Il magistrato ha confermato che la morte è avvenuta "qualche minuto prima delle 12 locali" e che "ad un esame preliminare non sono stati rilevati sul suo corpo segni dell'esistenza di una possibile violenza". Mentre il Procuratore parlava, è uscito dal quartiere di San Andrés di Tigre un veicolo refrigerato nel quale presumibilmente si trovavano i resti di Maradona.
Le ultime ore di Maradona
Maradona si trovava nella villa di Tigre da due settimane per passare un periodo di convalescenza dopo l'intervento chirurgico per un ematoma subdurale alla testa subito il 3 novembre. Nei giorni scorsi, è filtrato sui media locali, la sua famiglia aveva notato come fosse "molto ansioso e nervoso", quindi era nata l'idea di trasferirlo a Cuba, dove aveva già passato alcuni anni a combattere la sua dipendenza dalla cocaina.
Maradona è morto alle 12 locali
Oggi Diego si era svegliato in buone condizioni, come nei giorni scorsi aveva preso i farmaci indicati dai medici ed era andato a sdraiarsi, una routine che aveva seguito abitualmente fin dalla sua dimissione dall'ospedale. Mentre si trovava a letto ha subito uno scompenso cardiaco. Hanno subito cercato di rianimarlo, ma lui non ha reagito e il suo cuore si è fermato. Non sono servite a nulla neanche le nove ambulanze accorse sul posto: Maradona è morto intorno alle ore 12 argentine per arresto cardiorespiratorio.
Accanto a lui nessun parente
Accanto a lui, ha scritto l'agenzia Telam, non c'erano parenti ma un'infermiera, un assistente terapeutico, uno psicologo, uno psichiatra, altri medici. Ad annunciare la morte del campione è stato il suo avvocato e la notizia è rimbalzata immediatamente prima in Argentina e poi in tutto il mondo. Il popolo argentino si è fermato, incredulo di fronte alla verità di aver perso il più grande campione della sua storia. Alla villa dove è morto sono accorse l'ex moglie Claudia Villafane e le figlie Dalma e Giannina. Poi l'ultima fidanzata di Diego, Veronica Ojeda. Il luogo è stato immediatamente presidiato dalla polizia, mentre una schiera di giornalisti e telecamere si è riversata di fronte alla villa.
Lutto nazionale in Argentina
Il governo argentino ha proclamato immediatamente tre giorni di lutto nazionale: "Non posso crederci, sono devastato, e' la notizia peggiore che un tifoso dell'Argentinos Jrs possa ricevere. Lo amiamo tutti e in tutti noi c'e' grande tristezza", sono le parole rilasciate al Clarin dal presidente dell'Argentina, Alberto Fernandez.
L'addio a Maradona
“È un giorno è successo. Un giorno è accaduto l’inevitabile - ha scritto il Clarin in apertura - uno schiaffo emotivo e nazionale, un colpo che si ripercuote a ogni latitudine. Un impatto mondiale. La frase che era stata scritta più volte, ma che era stata dribblata dal destino, fa ora parte della triste realtà. È morto Diego Armando Maradona”. "Arrivederci, Diego. Sarai Eterno in ogni cuore del mondo del calcio", scrive su Twitter l'account della nazionale argentina, con cui Maradona ha disputato 91 partite vincendo da assoluto protagonista il Mondiale del 1986.
La commozione di Napoli
L'ex Pibe de Oro lascia tantissimi affetti anche a Napoli, dove è un mito per i suoi sette anni di militanza nel club partenopeo, che aveva guidato alla vittoria di due storici scudetti nel 1987 e nel 1990. "Per sempre, ciao Diego", è il tweet del Napoli per commemorare il suo ex fuoriclasse. Choc nella città campana per la morte dell'idolo di migliaia di tifosi. La notizia, alla quale molti ancora stentano a credere, è rimbalzata sui telefonini. In pieno centro, in piazza Municipio una sola voce: "Era il più grande di tutti". Anche a Fuorigrotta, là dove si trova il San Paolo, suo tempio calcistico, c'è chi si commuove. In tanti ricordano le sue straordinarie giocate. E una donna, riferisce l'Ansa, dice "questo 2020 è veramente l'anno peggiore". Nato il 30 ottobre 1960, Maradona, da calciatore, ha vestito le maglie anche di Argentinos Juniors, Boca Juniors, Barcellona, Siviglia e Newell's Old Boys. Da allenatore invece aveva guidato, con risultati altalenanti, Textil Mandiyú, Racing Club, nazionale argentina, Al Wasl, Fujairah, Dorados e Gimnasia La Plata. "La Federcalcio argentina, attraverso il suo presidente Claudio Tapia, esprime il suo più profondo dolore per la morte del nostro mito, Diego Armando Maradona. Sarai sempre nei nostri cuori", è il tweet con cui la Afa commenta la notizia.