Ci prendono per il cuore

Ivan Zazzaroni
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Confesso che in quest’ultimo mese ci sono stati momenti in cui ho pensato: ma sì, che chiudano ’sto campionato e tocchino con mano gli effetti prodotti dall’irresponsabilità e da un’insopprimibile esigenza di protagonismo e visibilità; che contino finalmente il numero delle società fallite, dei calciatori senza lavoro, dei nuovi disoccupati (impiegati, massaggiatori, magazzinieri, autisti, ristoratori, uscieri); che verifichino il buco generato dalla fuga degli sponsor, dalle fisiologiche esigenze delle tv, dal crollo degli attivi internazionali. Ma sì, chissenefrega: se è questo che vogliono, se lo prendano.

Mi sono sempre riavuto, grazie al cielo, e ho continuato a battagliare insieme alla redazione: non sopportiamo di veder crollare il nostro mondo e, oltretutto, di essere anche presi per il cuore.

Ci sta prendendo per il cuore Spadafora: poche ore dopo aver annunciato l’apertura agli allenamenti collettivi dichiara che tra una settimana il governo prenderà una decisione sul campionato. In altre parole, io, ministro, autorizzo 600 calciatori professionisti, venti allenatori e decine di operatori a fare tamponi e test per presentarsi “negativi” in ritiro il 18 maggio e lo stesso giorno potrei anche comunicare che è tutto finito. Pazzesco.

Ci sta prendendo per il cuore il Cts che, riempito di trappole il protocollo, toglie il cappuccio dalla testa del calcio e la infila sotto la ghigliottina della quarantena di gruppo. E allora pretendiamo che chiudano il Parlamento per due settimane, se anche un solo deputato risulterà positivo.

Ci stanno prendendo per il cuore i dirigenti che invitano i loro calciatori a stare sereni, tanto il 18 ci si ferma definitivamente.

Ci stanno prendendo per il cuore tre esponenti del Pd che per contrastare Renzi e Nobili, sostenitori dichiarati della riapertura, e condurre inutili lotte personali, se ne inventano una al giorno pur di spaccare il fronte. «Il modo più sicuro per restare ingannati è credersi più furbi degli altri» disse François de La Rochefoucauld, classe 1613, maturo difensore dell’Amiens retrocesso d’ufficio.

Ci stanno prendendo per il cuore quei presidenti che fino a pochi giorni fa erano i principali oppositori “sotterranei” di Gravina e Dal Pino e all’improvviso si sono detti favorevoli alla riapertura: avendo saputo in anteprima della clausola-capestro, per non fare la figura dei nemici del calcio hanno provato a lavarsi pubblicamente la coscienza. Nei prossimi giorni telefonerò all’amico Giuseppe Abbagnale, presidente della federcanottaggio, per suggerirgli una nuova disciplina: il tre senza pudore: conosco dei rematori contro da oro olimpico.

Ci stanno prendendo per il cuore alcuni numeri uno delle altre federazioni di sport di squadra che godono come ricci nel veder soffrire l’odiato pallone: mi torna in mente la parabola del marito che si castra per fare un dispetto alla moglie.

Ci stanno prendendo per il cuore quelli dell’Aic che non hanno ancora capito da che parte stare: trascurano il fatto che la chiusura comporterà la disoccupazione per calciatori di tutte le serie.

Ci stanno prendendo per il cuore alcuni giornalisti ai quali non interessa nulla se il calcio si ferma e se tanti loro colleghi resteranno a casa anche dopo il lockdown: più conveniente leccare il cuore al padrone. Prima la salute. Loro.

Presto potrebbero prenderci per il cuore tedeschi, inglesi e spagnoli: siamo stati i primi a dover far fronte al virus e in tre mesi non siamo riusciti a far ripartire la macchina del calcio e non solo quella.

Mi manca moltissimo l’unico intervento che ho sempre atteso per riportare questa vicenda al livello di serietà che merita: dico del ministro della salute Roberto Speranza, ammirevole per la riservatezza con cui tratta la tragedia degli italiani ma forse non conscio dell’importanza di una parola decisiva che ci sottragga alla pandemia verbale del collega esperto in parolame mediatico.

Il re dell’esercizio della presa per il cuore resta comunque “Vince” Spadafora. Ieri, magicamente, il suo portavoce ha scritto piccato a Roberto Donati che, dopo lo spostamento dell’Europeo Under 18 di atletica a Rieti, si era lamentato attraverso noi per la mancata risposta a una richiesta d’aiuto. «Ti devo ringraziare, senza di te e il Corriere non avremmo avuto l’attenzione dovuta» il messaggio del delegato allo sport del comune. Per questo invito tutti quelli che si sentono abbandonati dal ministro dello sport a farsi vivi, la mail è calcio@corsport.it

Infine una domanda e la sua risposta: per quale motivo esistono le società di calcio? Per giocare.


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