Il capo del calcio vuole assolutamente ripartire. Diciannove ventesimi della Lega hanno deciso di ricominciare a porte chiuse per salvare capre bancarie e cavoli televisivi. Fonseca, Simone Inzaghi, Pioli, Mihajlovic, Nicola, Liverani, Gasperini, Juric, De Zerbi, Di Biagio, Zenga e Gattuso non vedono l’ora di tornare al lavoro. In sicurezza, obviously. Ranieri, Iachini e D’Aversa hanno espresso qualche dubbio. Lopez, Gotti e Longo seguono la linea, in due casi su tre indecifrabile, dei loro presidenti. La stragrande maggioranza dei calciatori non vede l’ora di scendere in campo: ieri si è esposto Acerbi, rappresentante laziale dell’Aic, e in serata i suoi colleghi hanno apertamente contestato un passaggio del decreto governativo, quello riguardante gli allenamenti discriminati. Alcuni campioni devono ancora rientrare dal Sudamerica o da Madeira, ma appena mamma chiama loro tornano di corsa individuale. Anche gli arbitri, ligi al dovere, ci stanno. Nicchi è stato chiaro e ha posto condizioni accettabilissime.
Un momento, però: non abbiamo ancora sentito le voci di Sarri e Conte, politicamente - e non solo - i tecnici più importanti, oltre che i meglio pagati, gente che ha avuto il coraggio di sfidare il mondo, di fare causa ad Abramovic (Conte), di sganciarsi dagli Agnelli per poi ripresentarsi come principale antagonista (sempre Antonio), tipi capaci di mostrare il dito medio napoletano agli juventini due anni prima di farsi offendere dai napoletani per aver fatto il salto della quaglia (Sarri), professionisti che hanno saputo lottare anche contro le diffidenze e le cattivere della stampa inglese che Cellino definirebbe “razzista” o anti-italiana. Da due mesi un Conte ci ha invaso e l’altro è evaso: dov’è finito l’ex ct della Nazionale? Perché non ci fa sapere cosa pensa realmente della situazione che si è venuta a creare? La posizione del suo ad, Marotta, è chiara soltanto a Marotta. Ma Conte, che è un panchina-leader, da che parte sta?
E Maurizio primo in classifica? Agnelli ha firmato una lettera in cui ha confermato l’intenzione di completare la stagione, ma a parte un’intervista su Jtv rilasciata a Sandro Veronesi, la bocca di Sarri, Sarri’s mouth, è rimasta cucita. Questo - come avrebbe detto Gigi Radice - è il momento di tirare fuori i coglioni, prima che siano loro ad avere il sopravvento.
La voce che al contrario sentiamo troppo spesso è quella di Vincenzo Spadafora: quando non va in televisione si esibisce su facebook in interventi pieni di astio nei confronti di un mondo di ricchi peccatori velinati che vorrebbe redimere. Si fa sempe più spazio la sensazione che questa vicenda abbia assunto toni personalistici indegni di un confronto istituzionale tra un rappresentante del Governo e il governo del calcio. Prova ne sia la permalosità del ministro. "Disgraziatamente gli umani sono imprevedibili. Spesso con le migliori intenzioni causano i danni peggiori". Il fu Luis Sepulveda.