BOLOGNA - Garcia dice che questa partita non si doveva giocare. E in effetti sul campo inzuppato di pioggia non era facile nemmeno mantenersi in equilibrio. Ma il problema, per Garcia, è che il Bologna questa partita (o almeno la prima metà di questa partita) l’ha giocata e anche molto bene. Ha attaccato con gamba e testa, con precisione e qualità, mettendo in crisi la Roma capolista. Ha segnato un gol forse buono che gli è stato annullato, ne ha sbagliato un altro, ne ha fatto uno con Masina dopo una serie di errori comici di Manolas e Rüdiger. La Roma non sapeva come giocare, come attaccare e nemmeno come difendersi. Mai visto Pjanic, lento e anonimo Keita, poco incisivo Nainggolan, la Roma ha sofferto per un tempo intero a centrocampo, dove l’equilibrio di Brighi, la saldezza di Diawara e il dinamismo di Donsah hanno prevalso in modo netto.
Sulla partita ha inciso come un ciclone su capanne di legno il fiorentino Rocchi, ma se togliamo l’arbitro dal conto finale resta un ottimo primo tempo del Bologna e una ripresa un briciolo più convincente della Roma, passata in vantaggio con due rigori e raggiunta sul 2-2 dal terzo rigore della fredda serata di Bologna. Gol di Mattia Destro, il grande ex di questa partita. Su tutti, Emanuele Giaccherini (è stato lui a procurarsi il rigore del pareggio finale), un giocatore straordinario per il cuore, la generosità, la voglia di non mollare mai e anche per tecnica e sensibilità tattica. Era il più piccolo in campo, avrebbe dovuto affondare nel fango e nell’acqua del Dall’Ara e invece si è scoperto che Giaccherini è anche un bravissimo surfista.