Brasile, viaggio a casa di Neymar
MOGI DAS CRUZES - Barrio Rodeio, una fila di case dai colori pastello a sessanta chilometri da San Paolo. Qui, al numero 593 di rua Cunha da Gloria è cresciuto Neymar. Qui il brasiliano ha cominciato a muovere i primi passi, a giocare con i compagni in interminabili partite di calcio lungo una strada in salita, qui ha rischiato la vita in un incidente stradale terribile. Da qui, ancora bambino, se ne andò a Santos per inseguire il suo sogno di giocatore. Molti ormai non ricordano più quel bambino, ma alcuni vicini raccontano inediti sulla sua vita. Per un settimana Ney rimase senza nome: la madre voleva chiamarlo Mateus, il padre no, così rimasero alcuni giorni senza decidersi, fino a quando non si accordarono su Neymar, che vuol dire viene dal mare. Nel barrio il brasiliano non è più tornato, ma c'è qualche suo amico di infanzia, come Caio Mello, 22 anni, un ragazzo piccolo e atletico, tipo Tevez, che ha giocato nel Corinthians fino all'età di 17 anni. Ha seguito Brasile-Messico attraverso una tv appoggiata sul marciapiede, assieme agli amici del cortile, Marcelo Dias, Rafael Resende, Viviane Sousa, John Lennon Ciuva, Jefferson Machado, Marcelo Ogasaki, Norton Lucas e Leticia Mautoni. Tifando, sognando e fumando il narghilè.
