Una vita dedicata al basket e all’azzurro. Un predestinato Danilo Gallinari, che però si è costruito una solida carriera, che l’ha portato ad essere protagonista nella Nba, lavorando duro e passando attraverso tanti infortuni. Ed ora eccolo ancora con la maglia della Nazionale pronto a guidare l’assalto che, si spera, porterà alle Olimpiadi di Parigi. Questa sera, alle 23.30 italiane, l’esordio nelle qualificazioni a San Juan di Portorico contro il Bahrain.
Gallinari è emozionato?
«È sempre il solito nervosismo che sale alla vigilia di una partita importante. Passano gli anni ma le sensazioni rimangono le stesse. Vogliamo andare a Parigi, senza essere presuntuosi, magari un po’ spavaldi, ma è un obiettivo che vorremmo centrare. Io le Olimpiadi le ho giocate a Tokyo e so cosa significa esserci. Chi ci va entra nel gruppo delle dodici migliori del mondo. Scusate, non è poco».
Anche perché la sfilata nella cerimonia d’apertura non ha prezzo.
«A Tokyo c’erano ancora le limitazioni dettate dalla pandemia. A Parigi sarà diverso. Un motivo in più per andarci».
E gli avversari di oggi?
«Lo sport è pieno di storie degli “underdog”, degli sfavoriti, delle Cenerentole. Sottovalutarli sarebbe delittuoso. Non sarà così. Giocheremo con il massimo impegno, come sempre. Guardate la Nazionale di calcio. La Svizzera non è più la squadra di vent’anni fa, ha qualità, fuoriclasse ed è organizzata. Chi gioiva perché li avremmo incrociati dopo la Croazia ha avuto una brutta sorpresa. Non si sottovaluta più nessuno. Nel basket, nel calcio, nel tennis. In ogni sport».
Però nella Nba l’anello è andato a chi era favorita.
«Boston lo ha meritato perché è stata la migliore dalla prima partita della stagione a quella in cui ha vinto il titolo. Sono arrivati giocando meglio. E sani. Sappiamo quanto gli infortuni possano condizionare una stagione. Tutto ha girato nel verso dei Celtics».