Poco più di un mese al Natale, il primo - e speriamo anche l'ultimo - caratterizzato dal Coronavirus. Le ultime restrizioni decise dal governo e imposte dal Dpcm hanno rallentato la curva epidemiologica dei contagi e proprio per questo non si può abbassare la guardia ora. Il premier Conte sta studiando le prossime mosse in vista delle feste per evitare che il trend dei positivi si rialzi. All'assemblea dell'Anci ha detto: "C'è molta attenzione verso le festività natalizie, che sono le più sentite: il governo non ha la palla di vetro ma sta rivelando che ci sono segnali positivi nella curva epidemiologica per effetto delle misure adottate. Ora nessuno si avventura a dire quale sarà l'andamento della curva a Natale. Dobbiamo arrivare in prossimità e capire come dosare gli interventi. Certo, ci stiamo preparando a vari scenari ma non possiamo ora prevedere quale sarà la situazione epidemiologica".
Coronavirus, Conte: "Natale più sobrio"
Il presidente del Consiglio ha aggiunto: "A Natale dobbiamo già predisporci a passare le festività in modo più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non sono possibili. Al di là delle valutazioni scientifiche occorre buonsenso. Una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva, in termini di decessi, stress sulle terapie intensive. Non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo prepararci a un Natale più sobrio, anche se pensiamo ci si possa scambiare doni e permettere all'economia di crescere".
Conte: "Differenziazioni nelle regioni"
"Io non dico se 21 indicatori sono giusti ma parlare di 5 o 3 è un dibattito scientifico, non può dirlo un'autorità politica. Dovremmo fidarci degli scienziati. Il dibattito è aperto. Nelle prossime ore dovrebbe esserci un incontro a livello di conferenza delle regioni. Ci sarà un contraddittorio con Speranza e Brusaferro, vedremo se le richieste delle Regioni hanno una plausibilità scientifica, se si può migliorare il sistema di monitoraggio, però passare da 21 a 5 a 3 indicatori, o dire io ne voglio 10, io ne voglio 8, capite che non ha molto senso. È pensabile differenziare all'interno di una Regione le aree più critiche da quelle con un livello inferiore e che non meritano una penalizzazione con misure più restrittive. Si può fare. C'è meccanismo nel dpcm che consente sulla base di dati oggettivi, su richiesta del presidente della Regione, di farlo" ha spiegato.