ROMA - Dopo cinque giorni dal voto per l’elezione del presidente degli Stati Uniti ancora si conteggiano schede in cinque Stati americani (Arizona, Georgia, Nevada, North Carolina e Pennsylvania) mentre Donald Trump infuriato urla a destra e a manca di essere vittima di una truffa ma i mass media statunitensi - caso unico nella storia elettorale stars and stripes - ribattono che sono accuse senza prove. Lo sfidante democratico Joe Biden con il grano nella botte dice: «We Are Going to Win This Race» (Noi vinceremo questa sfida). Non è facile, comunque, dare lo sfratto dalla White House al vecchio Donald, notoriamente questionista. Il tycoon è riuscito a farsi oscurare e/o sospendere anche dai social network dopo averli utilizzati in dosi industriali per conquistare la vittoria nelle elezioni 2016 e cercare la riconferma in quelle in corso. Difficilmente Trump concederà la vittoria a Biden secondo un consolidato fair play americano e la vicenda potrebbe finire anche davanti alla Corte Suprema. Nel frattempo, i servizi di sicurezza hanno iniziato a proteggere vistosamente la casa di Biden, privilegio concesso ai presidenti statunitensi in carica o sul punto di diventarlo.
SPOGLIO - Per vincere occorre raggiungere o superare quota 270 Grandi Delegati. Il democratico Joe Biden avanti (264, con dentro l’Arizona su proiezione), il repubblicano Donald Trump insegue (214), ma perde colpi. Il conteggio dei voti continua ancora in Arizona, Georgia, Nevada, North Carolina e Pennsylvania. Pacchi di voti postali messi a giacere sono aperti scrutinati tra mille occhi interessati. Il record di votanti ha messo in ginocchio la contabilità elettorale in diversi Stati. I segretari di Stato locali deputati ad annunciare l’ufficialità non sanno più che dire nelle loro conferenze stampa. «Stiamo in dirittura finale, lavoriamo senza soste...» però spuntano sempre nuovi pacchi e il “game over” sembra una specie di chimera. L’efficienza americana ha subito un tracollo d’immagine notevole. Il Mondo attende l’esito della battaglia elettorale e sapere chi sarà il prossimo inquilino ufficiale della Casa Bianca.
ARIZONA - A Phoenix in Arizona lo scrutinio, è più lento di una tartaruga mentre a Tucson hanno terminato i conteggi; entrambe filo-DEM. Nella contea di Yavapai, abbastanza popolata, Trump a fatto il pieno e resta ancora una sezione da scrutinare: ma si tratta di qualche migliaio voti. La Contea Apache ha ultimato i conteggi: tantissimi consensi per Biden (oltre sedicimila, ossia il 68,11%). In Arizona alla fine prevarrà Biden secondo proiezioni consolidate.
GEORGIA, IL SORPASSO. In Georgia i giochi sembravano fatti con la vittoria nelle tasche di Trump, ma è bastato aprire i sacchi postali per trovare la sorpresa: prodigioso recupero di Biden che è balzato in testa tra le ire dei supporters di DT. Restano da conteggiare oltre ventiduemila schede. Può succedere di tutto: Biden è avanti di circa settemila voti. Piatto ricco: 16 Grandi Delegati.
NEVADA. Il gioco scorre facile sui tavoli verdi di Las Vegas, ma i conteggi in tutto il Nevada sono diventati un racconto dai tempi biblici nell’era del “tutto e subito”. Sezioni ancora zeppe di voti e seggi da scrutinare in ogni contea. I voti democratici arrivano soprattutto dalle contee-roccaforti di Clark County (Las Vegas) e Washoe (Reno) le più popolate, invece le preferenze per Trump, molto numerose, ma sono rurali e poco popolate. A Las Vegas e dintorni ci sono ancora 183 sezioni da scrutinare, nella contea Washoe ventotto. Biden conduce (49,83%), Trump a 48,04%. La posta in gioco? Sei Grandi Delegati.
NORTH CAROLINA È ROSSO-TRUMP - Mantiene il vantaggio Trump (1,41%) e dovrebbe farcela a conquistare i 15 grandi delegati per il Grand Old Party.
PENNSYLVANIA, I DEM ALLUNGANO IL PASSO. Biden ha sorpassato Trump e ha allungato il passo. Sono in ballo 20 Grandi Delegati. Attualmente i DEM hanno ventinovemila voti di vantaggio sul GOP. Polemiche senza fine per i voti postali che vengono conteggiati a parte. Ricorsi in atto da parte dello staff legale di Trump.