ROMA - Test sierologico sì, test sierologico no. Con l’arrivo della Fase 2 in Italia non si parla d’altro. Tamponi e test del sangue per verificare la presenza di eventuali anticorpi al Covid-19. Il dubbio però resta: serve o no? Quanto è attendibile questo esame? I medici su questo punto sono ancora scettici. Non c’è la garanzia al 100% e i falsi positivi sono sempre dietro l’angolo. Però il test sierologico è un indicatore che può aiutare in questo momento per capire la percentuale di popolazione infettata inconsapevolmente dal coronavirus e anche gli eventuali positivi asintomatici.
C’è un’indagine che ha rivelato con certezza la presenza di immunoglobuline nel sangue delle persone che hanno contratto il virus SARS-CoV-2. In parole povere, chi è stato esposto al virus e ne è uscito completamente ha adesso una barriera contro una seconda, eventuale infezione (quanto forte non si sa ancora). Questa ricerca, di fatto ha dato il “via libera” alla realizzazione dei test sierologici per individuare la presenza di anticorpi nella popolazione (non solo italiana, ovviamente).
I due tipi di test sierologici
Esistono due tipi di test sierologici: qualitativi e quantitativi.
La differenza sta nella metodologia di analisi: nei test qualitativi si stabilisce solo se una persona ha sviluppato o meno degli anticorpi, secondo una logica positivo/negativo; nei test quantitativi, invece, vengono dosate le quantità di anticorpi presenti.
Anche la modalità di esame cambia, ovviamente. I test qualitativi sono test rapidi, in cui è sufficiente una goccia di sangue, che viene esaminata in un kit portatile e si ottiene riscontro entro 20 minuti, massimo un’ora. I test sierologici quantitativi, invece, richiedono un prelievo di sangue e uno specifico analizzatore in dotazione alle strutture sanitarie.
L'affidabilità dei test sierologici
Arriviamo alla domanda principe: quanto sono affidabili questi test sierologici? I test qualitativi sono meno attendibili in quanto hanno grandi limitazioni in base alla soglia che stabilisce il limite di separazione tra positività e negatività al test. I test quantitativi, invece, hanno un elevato grado di affidabilità e accuratezza, in quanto utilizzano sistemi di rilevazione con chemiluminescenza (CLIA) oppure sistemi immunoenzimatici (ELISA).
La missione dei test sierologici
I test sierologici hanno un solo compito: indagare la presenza degli anticorpi del virus SARS-CoV-2 nel sangue. Per farlo vanno ad analizzare due delle cinque tipologie di anticorpi prodotti dal sistema immunitario, IgM e IgG.
IgM: prodotti nella fase iniziale, solitamente appaiono al 4°-6° giorno dalla comparsa dei sintomi della malattia e, dopo qualche settimana, scompaiono;
IgG: prodotti più tardi (9°-12° giorno), rimangono all’interno dell’organismo per periodo più lungo. Indicano l’immunità al Covid-19.
Prima il tampone, poi il test sierologico
Ricordiamo, infine, l’importanza primaria del tampone naso-faringeo che serve a diagnosticare l’infezione attiva. Per una diagnosi corretta vanno realizzati i tamponi, alla comparsa dei sintomi (positivo) e a conclusione della malattia, accertata con un doppio tampone negativo. Solo dopo ha senso realizzare il test sierologico.