Tarro querela Burioni: bufera tra virologi

Il primario emerito del Cotugno ha denunciato il collega marchigiano "per l'opera di denigrazione continuamente perpetrata a danno del suo prestigio scientifico professionale e personale"
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NAPOLI - La querelle social tra Giulio Tarro e Roberto Burioni si è chiusa con una denuncia: il primario emerito del Cotugno di Napoli, infatti, ha querelato il medico, accademico e divulgatore scientifico marchigiano "per l'opera di denigrazione continuamente perpetrata a danno del suo prestigio scientifico professionale e personale". Si tratta soltanto dell'ultimo capitolo di una telenovela iniziata circa un mese fa su Twitter, quando Gianfranco Rotondi repostava sulla propria bacheca il cinguettio di Tarro secondo il quale il Covid-19, come tutti gli altri virus della famiglia "Corona", sarebbe sparito nel corso dell'estate. Il professore di microbiologia e virologia dell’Università San Raffaele di Milano replicò: "Tarro è stato candidato al Nobel quanto io a Miss Italia". “Su una cosa Burioni ha ragione: lui deve fare solo le passerelle come Miss Italia, ma senza aprire bocca”, fu invece la risposta del virologo napoletano, il primo a isolare negli anni Settanta il vibrione del colera.

Tarro denuncia Burioni

"Il professor Burioni è entrato volgarmente in polemica con il professor Tarro per recondite ragioni che l'autorità giudiziaria dovrà approfondire", si legge nella nota redatta da Carlo Taormina, legale del virologo napoletano. Oltre al collega, Tarro ha citato in giudizio anche due cronisti, rei a suo dire di aver pubblicato notizie false sul suo curriculum vitae: "Un giornalista ha divulgato notizie false intorno al curriculum universitario del professor Tarro, addirittura accusandolo di manovre truffaldine tendenti a far emergere una immagine di studioso e di scienziato attraverso la contraffazione di titoli e di risultati della ricerca scientifica, e persino di essere stato al centro di mercimonio di riconoscimenti scientifici internazionali. Il secondo si è addirittura prodotto in un'accusa di falsificazione per avere il professor Tarro anticipato la data di pubblicazione di due suoi lavori scientifici".


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