ROMA - Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha ricevuto ieri la tessera d'onore dell'Associazione nazionale Insigniti dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana per aver portato in alto i colori dell'Italia nello sport sotto la sua presidenza e aver collezionato oltre 100 medaglie ai Giochi Olimpici da presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano durante il convegno "L'architettura del cerimoniale della Repubblica - Simboli, consuetudini e regole" organizzato questa mattina presso il Salone d'Onore del Coni. "Il nostro inno è in assoluto il più cantato e il più coinvolgente per il pubblico in tutto il mondo - ha dichiarato Malagò a margine dell'evento - Se poi accanto all'inno mettiamo il simbolo dei cinque cerchi e la scritta 'Italia' allora tutto diventa più magico". "È molto importante il cerimoniale perché dà pieno significato ai valori identitari - ha aggiunto il Prefetto Lamberto Giannini, Capo della Polizia - Oggi è stato spiegato il valore del nostro inno e renderci più consapevoli quando lo sentiamo. Il messaggio è straordinario: un popolo che si unisce per cercare la libertà. E questo si lega molto allo sport, un mondo basato su educazione, cultura, correttezza e onestà".
L’incontro ha visto la partecipazione dell’Ancri, dell'Ussi, del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e del Coni che era padrone di casa dell'evento. Tra i presenti il presidente del Coni Giovanni Malagò, il Capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Lamberto Giannini e il presidente nazionale dell’Ancri Tommaso Bove.
Tema dell'evento è stato il rispetto delle forme e delle regole istituzionali, non solo ripercorrendo il significato autentico dei pilastri portanti del patrimonio valoriale nazionale, ma anche volendo essere un appello agli educatori impegnati nelle scuole, nello sport ed in ogni ulteriore contesto formativo. Lo storico del risorgimento Michele D’Andrea ha offerto alla platea l’interpretazione autentica del testo dell’inno nazionale italiano, poi l'intervento di Enrico Passaro, capo ufficio vicario del cerimoniale di Palazzo Chigi, prendendo spunto dal suo libro “Non facciamo cerimonie! A spasso nelle vicende del protocollo di Stato”. È intervenuto anche il vice direttore dell’Ufficio Relazioni esterne e cerimoniale del Dipartimento della pubblica Sicurezza Domenico Cerbone e Massimo Sgrelli, esperto di cerimoniale della Repubblica. L’intervallo canoro è stato affidato al Maestro della Banda musicale della Polizia di Stato Maurizio Billi, nonché al tenore Maestro Francesco Grollo.
Per il prefetto Francesco Tagliente, già Questore di Roma, organizzatore dell’evento questo incontro ha rappresentato un’opportunità per richiamare l’attenzione delle istituzioni, del mondo dello sport e, ancor più, dell’opinione pubblica sulla esigenza di imprimere un vigoroso impulso alla valorizzazione di quei simboli “primari” della Repubblica democratica su cui si fonda lo Stato italiano”. Il prefetto ha spiegato come comportamenti errati di figure istituzionali e reinterpretazioni allegoriche dell’inno nazionale siano sintomo di un deficit di conoscenza del cerimoniale di Stato. “La necessità di dare nuova linfa alla cultura di valori quali il tricolore, l’inno nazionale, attaccamento e difesa dei valori nazionali rappresenta un investimento non solo per l’attualità, ma anche e, soprattutto, per le generazioni che nel prossimo futuro saranno chiamate a gestire il nostro Paese”.