ROMA - Una battaglia impàri, che talvolta tormenta le notti d’estate. La sfida tra l’uomo e le zanzare non sempre vede il primo vincitore. Il segreto è nel fiuto dell’insetto che - grazie ai propri neuroni - riesce a percepire non solo l'anidride carbonica che l’essere umano emette con il respiro, ma anche i diversi odori emanati dal corpo.
Lo studio scientifico
Uno studio pubblicato sulla rivista Cell da un gruppo di ricerca guidato dall'americana Rockefeller University ha evidenziato risultati inaspettati. I ricercatori hanno utilizzato l’ingegneria genetica Crispr per marcare con proteine fluorescenti i neuroni che avevano recettori per la CO2, e quelli che potevano percepire le molecole odorose del corpo umano. Gli scienziati hanno scoperto come questi due segnali - sommandosi e amplificandosi nel sistema olfattivo delle zanzare, le rende particolarmente aggressive. Gli scienziati hanno scoperto che ogni neurone olfattivo presenta più classi di recettori, e non un tipo solo come si era sempre pensato sulla falsariga di quello che accade in altri animali (uomo compreso). Questa originale strategia evolutiva è molto utile alla sopravvivenza della zanzara: avere più tipi di recettori in ciascun neurone amplifica notevolmente la capacità di individuare la preda da pungere.
La soluzione
"Ingannare un simile fiuto è dunque molto complicato - commenta il neuroscienziato Christopher Potter della Johns Hopkins University School of Medicine - ma forse un metodo alternativo potrebbe essere quello di sopraffare l'intero sistema con odori alternativi. Almeno adesso abbiamo una visione più realistica di ciò che dobbiamo affrontare".