Due lampi azzurri per far brillare gli occhi del Capo dello Stato. Suona la Marsigliese nella spada femminile per il primo sigillo in carriera di Marie Flore Candassamy, ma il tricolore risplende e inorgoglisce l’ospite speciale per la grande apertura dei Mondiali milanesi di scherma. Dopo aver dato il via agli assalti, Sergio Mattarella non voleva più lasciare l’Allianz MiCo e si è fermato ancora a complimentarsi con la corregionale Alberta Santuccio per l’argento e con la friulana Mara Navarria per il bronzo. Le due spadiste italiane hanno fatto divertire i 2540 spettatori del palazzetto meneghino, dando vita a un accesissimo derby di semifinale, vinto dalla catanese Santuccio per 15-14. Sembrava non voler arrivare mai la prima medaglia individuale in una rassegna iridata per la poliziotta siciliana classe 1994 e, invece, eccola al termine di un’annata a due facce. "La stagione era cominciata un po’ in salita da una parte per l’infortunio al piede, accadutomi proprio durante la gara che ho vinto all’esordio di novembre in Coppa del Mondo e che mi ha costretto a fermarmi subito – racconta Alberta -. Arrivare in finale, nel Mondiale di casa, davanti al Presidente della Repubblica è stata la ciliegina sulla torta, seppur un po’ sbavata. Ricevere i suoi complimenti è stato un onore, anche se gli ho detto che avrei voluto fargli vedere qualcosina di meglio". Ha cominciato a tirare seguendo il fratello maggiore Giorgio "che è tranquillo e pacato, proprio l’opposto di me". Poi, ha tenuto duro anche quando vedeva tutto nero: "Tra il 2019 e il 2020, prima dell’Olimpiade di Tokyo, ho avuto il momento più difficile della mia carriera, però non ho mai pensato di mollare". In Giappone, si è messa al collo il bronzo a cinque cerchi con le compagne, a cui si è aggiunto lo scorso anno l’argento mondiale in Egitto, sempre a squadre. Stavolta, può ballare da sola. "Credo di dover la mia svolta personale allo studio, perché mi ha aiutato tantissimo a distogliere i miei interessi che inizialmente erano solo per la scherma. Ho trovato un modo un po’ diverso di svagarmi – spiega -. Sto facendo Psicologia a Roma e a ottobre ci sarà un altro appuntamento molto importante per me con la laurea". La dedica? "Per il mio fidanzato-fisioterapista Francesco, che tirava di sciabola". La famiglia è un caposaldo anche per la mamma arrembante Navarria, per la sesta volta sul podio iridato dalla prima, sempre in casa, a Catania 2011. È la seconda gemma individuale, dopo il trionfo del 2018 a Wuxi: "Uno dei miei segreti è l’apnea: prima non resistevo più di 30 secondi, adesso arrivo a 3 minuti. Poi, devo tanto al mio marito e preparatore Andrea Lo Coco e a mio figlio Samuele. Ora che ha 10 anni mi fa quasi da coach a bordo pedana, dandomi consigli, commentando le stoccate o chiedendomi se voglio dell’acqua liscia, visto che lontano dalle gare di solito beviamo quella gasata. Lui fa tennis, gioca come portiere di calcio e ora ha iniziato anche equitazione". La ricetta della longevità? "Da Rapallo sono tornata nella mia Carlino, paesino di 2000 anime in Friuli, vivendo con una dimensione più umana, curando il mio orto e i miei animali. Proprio alla mia regione, colpita dal maltempo nelle ultime ore, dedico questa medaglia. Anche a Milano ha grandinato e mi sono svegliata di soprassalto, convinta che avessero bussato per l’antidoping nel cuore nella notte". Mara si diverte ancora un sacco, come dice lei e oggi veste i panni di tifosa della neo-mamma Errigo nel fioretto: "Noi mamme abbiamo nuovi occhi e dei ruoli diversi in pedana e a casa, per cui forse abbiamo una capacità nel problem-solving che altre atlete non hanno".