Andrea Trabuio FollowYourPassion: "Esperienza e creatività, la strada per il successo di Milano21”

Andrea Trabuio, Direttore Generale di MG Sport, racconta il suo cammino verso gli eventi a cinque stelle firmati FollowYourPassion ad iniziare da Milano21
Andrea Trabuio FollowYourPassion: "Esperienza e creatività, la strada per il successo di Milano21”
Cesare Monetti
7 min

MILANO - Non si approda per caso alla guida di MG Sport, azienda che ha creato il marchio FollowYourPassion cucito addosso ad eventi sportivi di altissima qualità. Se gli eventi sono già 16, e pare che la lista debba allungarsi, e coprono trasversalmente sport come corsa su strada, granfondo su strada e mountain bike, nuoto e triathlon, allora avere un Direttore Generale come Andrea Trabuio significa affidarsi all’uomo giusto, e la sua gestione, ricca di innovazione, lo sta dimostrando.

Ci racconta qual è l’evento che, secondo lei, ha il più alto potenziale?
“Guardo con molta fiducia a Milano21, l’evento che chiude la stagione agonistica di FYP (FollowYourPassion) che si correrà il prossimo 24 novembre. La seconda mezza maratona in Italia nel 2023 per numero di partecipanti, che ha già registrato una crescita esponenziale negli anni e che continua a sviluppare il suo straordinario potenziale".

Quale la ricetta per far crescere ancora Milano21?

“Milano è una città con un dinamismo ed una versatilità unici in Italia, dove la creatività ed il distinguersi dalla massa hanno un posto d’onore. Sono convinto che la chiave per cavalcare la strada del successo, già tracciata negli anni scorsi e che ha portato a raggiungere la quota di 8.000 partecipanti, sia proprio nella creatività.”

Intende, dunque, stravolgere gli eventi sportivi?

“Penso alla recente esperienza di Linate Runway Run: 3.000 persone hanno atteso con pazienza di poter correre in piena notte sulla pista dell’aeroporto di Linate. L’entusiasmo che si è scatenato nelle ore pre-gara è stato contagiosissimo, musica, festa, socialità, allegria, e in questo evento, forse, la componente sportiva è stata solo la miccia per accendere una notte di divertimento insolito, dove si è ballato, giocato e scherzato prima della corsa. Guardo a questo format, che naturalmente è speciale e difficilmente può essere cucito su altri eventi, e mi convinco che solo «svecchiando» gli eventi sportivi di massa e rendendoli accessibili ed accattivanti per un pubblico più ampio e diverso, questo mondo possa continuare a crescere. Milano21 è l’evento nel quale sto riversando tutta la mia expertise, e il mio intuito e le mie sensazioni sono molto positive”.

Come nasce un evento di successo, capace di stare al passo con i tempi e, magari, anche di anticiparli?

“Innanzitutto, bisogna avere la forza di uno staff, innegabile che serva un «capitano» che abbia professionalità, esperienza, passione, lungimiranza e capacità di accogliere nuove idee. Sono molto soddisfatto dello staff di MG Sport, giovani che hanno energia per fare ed imparare e che, allo stesso tempo, da questo traggono la maturità per inventare, suggerire, proporre. Sento che si è creata l’alchimia perfetta”.

Quali sono le principali sfide da affrontare nell’organizzare un evento in una città come Milano?

“Milano è la città ideale per correre, frizzante sul piano della ricettività della popolazione, pianeggiante, larghe strade e tanti parchi dal lato del percorso. Ci sono però tantissimi limiti, sempre più vincoli e restrizioni, costi in aumento, come quelli del servizio di Polizia Municipale e le tasse di occupazione del suolo pubblico, il divieto di transito nei parchi pubblici, tante date già opzionate dalla miriade di eventi di tutti i settori che interessano questa città, punte di un iceberg dalla base molto ampia. Quando rifletto su tutto questo, nasce sempre una banalissima considerazione, i nostri eventi hanno un impatto molto breve sulla città, con una durata massima di 4 ore, estremamente ridotta rispetto a quelli di altri settori che durano giorni interi”.

E gli stranieri? Come percepiscono le nostre gare sportive?

“Anche se sono in crescita i numeri dall’estero, sono convintissimo che l’Italia sia una meta ambitissima. Chi corre amerebbe farlo nelle nostre bellissime città, ma per gli stranieri è ancora molto complicato iscriversi. E’ un capitolo duro da affrontare, abbiamo da regolamento l’impossibilità di accogliere gli stranieri, a meno che non seguano la procedura di tesseramento Fidal o accettino di partecipare in modalità turistico-sportiva, quindi senza essere ammessi in classifica. C’è al vaglio la Mozione Lupi che migliorandola sbloccherebbe questo impasse, sono fiducioso che si possa avere un miglioramento”.

Facciamo un parallelismo, all’estero come va?

Le città dello sport si aprono completamente all’evento, chiudendo il traffico, portando la gente in strada a tifare, entusiasmarsi, divertirsi, creando un’offerta che copre anche tre o quattro giorni perché la partecipazione all’evento sia solo una scusa per vivere un’esperienza completa e respirare tutta la cultura locale. Confido che creare eventi che abbiano anche un’anima extra sportiva possa far intraprendere la strada verso questa trasformazione anche in Italia, ma bisogna che le amministrazioni sposino gli eventi, mettano in campo delle forze che, come organizzatori, sono preziosissime”.

Le aziende come vedono gli eventi sportivi?

“Faccio questo lavoro da così tanti anni da poter dire che ci sono stati dei profondi cambiamenti. In passato, le aziende erano vicine agli eventi senza strutturare il proprio ritorno, probabilmente anche perché gli strumenti per valutarlo erano di minore portata. Va anche precisato che gli  organizzatori professionisti di taglio aziendale erano meno, e che le logiche erano più semplici. I criteri delle aziende nello sviluppare una eventuale partnership sono esattamente gli stessi su cui si fonda MG Sport, anch’essa un’azienda. Attualmente le aziende credono nel potenziale di marketing degli eventi esclusivamente a fronte di un ritorno concreto, basato su progettualità sempre più minuziose, contenuti che arrivino al pubblico e lascino la giusta impronta. Questo si traduce in dati, numeri e concretezza e, per noi organizzatori, è sempre più difficile trovare le risposte adeguate a queste esigenze.”

Chi sono i runner di oggi, ci sono evoluzioni in questa popolazione?

“Sempre più runner e sempre più amanti delle distanze brevi, 5 e 10 km, anche non competitivi, e mezza maratona. Questo ci deve insegnare a creare eventi ancora più inclusivi, nei quali trovino spazio le nuove categorie di runner, e che offrano anche novità che esulano dalla corsa - per riallacciarmi a quanto dicevo poc’anzi.”


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