Irma Testa: “Sì, ora mi sento simbolo del mio sport”

Da prima pugile italiana ai Giochi a leader della spedizione azzurra: si avvicina così alla sua terza Olimpiade
Irma Testa: “Sì, ora mi sento simbolo del mio sport”© ANSA
Christian Marchetti
6 min
Irma c’era già a Rio 2016: prima azzurra boxeur (pardon, boxeuse) alle Olimpiadi e quattro anni dopo la scorpacciata di medaglie di Londra con Cammarelle, Russo e Mangiacapre. C’era a Tokyo tre anni fa: prima boxeuse (appunto) a salire su un podio olimpico, bronzo nella mestizia delle zero qualificazioni tra gli uomini, nonché medaglia numero 600 nella storia dell’Italia ai Giochi. E Irma “Butterfly” Testa da Torre Annunziata sarà a Parigi, guidando una ricca pattuglia da cinque atlete (boxeuse!) e tre maschietti. Il pugilato italiano è tornato e Irma è stata - è tuttora - osservatrice ideale, oltre che protagonista, degli ultimi otto faticosi anni della disciplina nella dimensione a cinque cerchi. Lei, Irma, che dopo quella medaglia è andata oltre lo sport e più su, rispetto a tv e rotocalchi. «Pensavo che dopo il mio coming out - disse proprio tre anni fa - ci fossero più “chi se ne frega” e invece ha fatto notizia, perché c’è tanta gente che vuole farti sentire inferiore». Al Salone d’Onore del Coni dove si tiene la presentazione della squadra, Irma Testa si rivolge al presidente Giovanni Malagò: «Noi non possiamo promettere medaglie, piuttosto di metterci il cuore sempre per rendervi orgogliosi». 
 
La Irma Testa di oggi, con i suoi 26 anni e le valigie pronte in vista di Parigi, si sente un simbolo del suo sport? 
«In realtà sì. Dopo tanti sacrifici e i traguardi raggiunti, personali e dell’intero movimento, ho visto nascere in maniera radicale un cambiamento che è ora sotto gli occhi di tutti. Ai Giochi andremo con il record di ragazze e con ben tre ragazzi. Da noi il pugilato è sempre visto come sport prettamente maschile e noi lì a dimostrare che non è così». 
 
Dunque Parigi 2024 per affrontare gli stereotipi? 
«No, perché l’Olimpiade deve essere riempita con l’amore per il proprio sport e la voglia di vincere. Combatterò a Parigi anche contro gli stereotipi, ma i Giochi restano i Giochi». 
 
Una definizione per ciascuna delle tre edizioni. 
«La prima è stata l’Olimpiade dell’immaturità. Ero troppo giovane per capire in quale mondo mi stessi muovendo. La seconda è stata invece quella del divertimento, perché ho voluto godermi appieno l’esperienza ed è arrivata anche la medaglia. Stavolta vorrei fare lo stesso». 
 
Inutile chiedere quale sia l’obiettivo... 
«Certo, perché quello resta la medaglia. Mi presento da campionessa del mondo in carica e sarebbe bello confermare quella posizione sul podio. Io ho dato tutto nella preparazione, che è stata la più bella e la più dura della mia vita». 
 
L’anno scorso, ai Giochi europei in Polonia, per lei il bronzo nei pesi piuma e la qualificazione. Ora? 
«Rispetto a un anno fa è cambiata la voglia e la forza di prepararsi. In Polonia ho avuto un calo e mi sono rilassata, lasciandomi andare. L’Olimpiade sarà un’altra cosa». 
 
Il programma del pugilato si dividerà tra Arena Parigi Nord e Roland Garros. Lei continua a preferire il silenzio (obbligato, causa restrizioni Covid) di Tokyo? 
«Assolutamente. Mi piace la calma e ho bisogno di silenzio, così come di ascoltare il mio allenatore. Mi rendo conto che in Francia sarà un’altra cosa, e noi pugili non siamo tanto abituati».  
 
La spedizione del pugilato azzurro parte dal Coni. Una celebrazione? 
«Una bella celebrazione, oltre al riconoscimento della spedizione più forte di sempre. Per noi è un onore essere qui».  
Ma Parigi la conosce? 
Irma risponde anzitutto con un sorriso che la dice lunga. «Vado lì in vacanza ogni anno e più volte durante l’anno dal 2017 a questa parte. La conosco molto bene, posso definirla la mia seconda casa, ma certo cambierò le mie abitudini. Mi chiuderò al Villaggio e uscirò solo per combattere». 
 
Chissà a quante domande delle sue compagne della Nazionale avrà già dovuto rispondere...  
«A dire il vero non mi hanno chiesto nulla. Anche se non sai come è fatta un’Olimpiade, te la immagini ed è giusto che ognuno si faccia la sua idea, senza che nessun altro faccia “spoiler”». 
 
Viverla col cuore, come dice il vostro motto “Noi siamo cuore”? 
«Non credo possa esserci modo migliore». 

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