Chiara Pappacena è nata a Roma il 14 luglio del 1994. Da sempre è una delle nostre bandiere con diversi titoli nazionali e internazionali alle spalle. In coppia con Giorgia Marchetti ha vinto la partita decisiva contro il Portogallo che ha permesso alle azzurre di aggiudicarsi per il terzo anno consecutivo la medaglia di bronzo ai Mondiali, traguardo che, dietro a Spagna e Argentina, vale come un oro. L’emozione è stata unica, tanto che le lacrime di gioia e liberatorie di Chiara nel post partita, hanno coinvolto tutti quanti, dopo aver assistito a un match semplicemente perfetto da parte delle nostre ragazze. Pappacena ha raggiunto una grande maturità negli anni, posizionandosi al momento al n.79 del ranking FIP, ma la sua storia con il padel è ancora lunga e ha tutte le carte per scalare significative posizioni nel 2025.
Un altro grande terzo posto in Qatar, ci racconta le sue suggestioni.
«Una sensazione unica, non era per nulla scontato considerando la grande crescita del padel mondiale e confermarci per la terza volta consecutiva, è stata veramente un’emozione indescrivibile».
Due parole sul quarto posto dei ragazzi?
«Sono molto felice per i ragazzi, sono stati fantastici. Nessuno prima di loro era riuscito a raggiungere la quarta posizione e hanno scritto la storia del padel maschile italiano».
Qual è il segreto del gruppo?
«Sia in Qatar e ancora prima a Cagliari durante agli Europei, ci siamo resi conto quanto sia forte e unito il nostro team con quello dei ragazzi, fattore che ci ha contraddistinto decisamente rispetto alle altre Nazioni, dandoci la forza di vincere anche in campo».
Vuole ringraziare qualcuno in particolare?
«Sì, sono molti i ringraziamenti che vorrei fare. Penso a Marcela, Saverio, Sara, lo staff medico- fisioterapico e alla nostra Federazione, perché se abbiamo raggiunto questi risultati, sia a livello femminile che maschile, è anche grazie a tutti loro che svolgono un lavoro complicato e impegnativo, che permette a noi giocatori di esprimere al meglio le nostre potenzialità».
Quali sono i fattori vincenti in una coppia?
«È fondamentale avere feeling, sia durante il gioco, ma anche fuori dal campo dove diventa determinante l’intesa e la complicità che ti permettono di affrontare ogni situazione».
Se potesse rubare un colpo a un'avversaria?
«Sicuramente sceglierei la vibora di Delfi Brea, mi piace molto, sono molto invidiosa (ride, ndi)».
Che ne pensa di questi continui cambiamenti di coppia?
«Il padel è in continua evoluzione a livello mondiale e credo che sia comunque giusto provare a cambiare compagna, se le cose non girano e non nasce quell’empatia che rende tutto più facile».
Che obiettivi ha per il 2025?
«Ovviamente proseguire il mio percorso agonistico a livello internazionale, puntando a raggiungere la posizione numero 50 del ranking e continuare a essere convocata in Nazionale».
Come si trova con i social?
«Ho un buon rapporto con le reti sociali, mi piacciono molto e ne faccio un giusto utilizzo, differenziando tra la vita privata e quella agonistica».