Le magie di Sanyo per vincere ancora

L'ex n. 1 al mondo gioca in coppia con Alex Arroyo: "Il segreto del successo in due è la comunicazione. Dobbiamo essere partner, stare vicini e aiutarci"
Le magie di Sanyo per vincere ancora
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Carlos Daniel Gutiérrez, argentino, nato il 15 giugno 1984, più conosciuto come Sanyo, è soprannominato da sempre “il Mago di San Luis”, per la capacità di rendere i suoi colpi unici. È una di quelle figure leggendarie del padel, che ancora oggi, dopo tanti anni ci emoziona in campo con le sue magie. È stato n. 1 del ranking e campione del mondo con la Nazionale argentina e resta a 40 anni un giocatore con un’intelligenza tattica come pochi al mondo. Gioca in coppia con Alex Arroyo, con cui ha raggiunto i quarti di finale nella tappa in Finlandia, ora vediamo che magie ci riserverà per questo finale di stagione.

Quali sono le chiavi del successo in campo di una coppia?

"La comunicazione e il cameratismo. Durante la settimana, in allenamento, dobbiamo essere partner, essere vicini, metterci uno al posto dell'altro, aiutarci, cercare soluzioni e formule che possano funzionare in campo".

Com'è il rapporto con i suoi ex compagni fuori dal campo?

"Nel mio caso, quasi tutte le mie relazioni con gli ex partner sono finite bene, per fortuna. Lo dicono le statistiche, sono tornato a giocare con Paquito e Maxi e ciò significa che ci sono dei buoni ricordi, anche se quando incontro Paquito giocherei fino alla morte con lui, ma poi fuori dal campo siamo amici".

Vede qualche altro Paese emergere per il futuro?

"Qualche tempo fa avrei detto il Brasile, ma ora sono tante le nazioni con forti potenzialità".

Le piace il tennis, e hai mai giocato a pickleball?

"Mi piace il tennis e un tempo lo guardavo di più, ma ora con la famiglia la tv ha una gestione completamente diversa, anche se le partite di calcio più importanti non me le perdo di certo. Una volta ho visto il pickleball quando ero negli Stati Uniti e l'ho trovato divertente e facile, lo proverò se mi capita".

Come vede il padel tra 10 anni?

"Non riesco proprio a immaginarmelo, dato che è cresciuto in modo impressionante negli ultimi cinque anni e in così tanti Paesi. Quindi non diamoci limiti, abbiamo fatto il primo grande passo, ma la strada è ancora lunga".

Ha qualche rituale in campo prima o durante la partita?

"Non ho alcun rituale. Questo sport non è facile e ho due avversari di fronte a me da battere. Se oltre a questo, mi complico la vita con i rituali è finita".

A chi dedica le sue vittorie?

"Alla mia famiglia al completo e a tutte quelle persone che mi hanno sostenuto all'epoca e mi hanno aiutato a realizzare il mio sogno".

Si trova bene con i social network?

"A dire la verità non sono un fautore, ma sono consapevole che devono esserci e poi lo faccio con piacere anche per agli sponsor come Siux che mi sostiene ed è felice se escono delle belle foto dove si vede la racchetta. Comunque non sono la tipica persona che pubblica una foto cercando consenso dal pubblico. A volte scatto una foto che è un disastro, ma se mi piace e mi ricorderà quel momento, la posto".


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