Nato a Chieti il 25 dicembre 1987, Lorenzo Di Giovanni ha trovato nel padel una seconda giovinezza agonistica. La cosa che colpisce di Lorenzo è il suo talento naturale e la crescita che sta avendo negli anni, giocando per altro a padel relativamente da poco tempo. Ex coach delle tenniste Roberta Vinci e Francesca Schiavone, l’abruzzese è stato n.1 in Italia nel 2021 e vice campione nel 2019 e 2022. Gioca in nazionale dal 2021, con una medaglia d’argento agli Europei di Marbella ed un quinto posto ai Mondiali Doha.
Come è nata la passione per il padel e cosa ti è piaciuto di questo sport?
«Nel 2018, dopo il ritiro di Roberta Vinci, facemmo una partita a Roma e da quel momento mi sono innamorato una partita dopo l’altra. Una delle cose che mi ha stregato di questo sport è che si potesse giocare al volo e la soddisfazione che ho avuto quando con un X3 sono riuscito a far uscire per la prima volta la palla con uno smash dalla gabbia è stata incredibile. Dal 2021 sono professionista».
Le due partite indimenticabili?
«Una è quella agli Europei di Marbella nel 2021, entrando in campo con il mio ex compagno Riccardo Sinicropi, avevamo la responsabilità di portare a casa il match contro la Svezia nella semifinale. Altra partita indimenticabile, la vittoria in semifinale ai campionati italiani a Roma, affiancato da Tamame, contro Capitani e Perino».
Ci parli dei tuoi compagni?
«Ammiro l’estro, il talento ed il dritto pazzesco di Riccardo Sinicropi, la difesa impeccabile “Bubu” Agustin Salandro e la facilità che ha nell’eseguire il X4 da qualsiasi posizione. Del mio compagno Cattaneo sicuramente la tecnica, la sua vibora, l’ordine che ha in campo e la pulizia in ogni suo colpo».
Se dovessi scegliere un coach internazionale?
«Ho già iniziato a farmi allenare da Gustavo Pratto nella sua accademia a Valladolid con cadenza mensile, mi piace molto, insiste tanto sulla tattica ed è sempre molto chiaro nei concetti».
Se dovessi allenare una coppia del WPT?
«Purtroppo è una coppia che si è divisa, ma se ne avessi la possibilità allenerei Paquito e Di Nenno».
Pregi e difetti?
«Uno dei miei pregi è quello di essere un buon compagno a livello psicologico. Il mio difetto è quello di essere un perfezionista nella tecnica, invece di essere più concreto».
Colpo preferito e dove migliorare?
«Il colpo che mi dà più soddisfazione è lo smash e ciò su cui devo migliorare è la difesa e la gestione del punto da dietro».
Aspettative per il 2023?
«Ho iniziato un progetto insieme a Cattaneo in cui credo molto e mi auguro di entrare tra i primi 100 del ranking».
Ambizioni?
«Provare ad entrare tra i primi 50 del mondo». Sogno nel cassetto? «Andare con la maglia azzurra alle Olimpiadi».