Griffen, la meta più importante

La nuova sfida dell'ex rugbista, che è riuscito a unire la sua passione per le racchette a uno scopo nobile
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ROMA - Il padel ha contaminato in questi anni di esplosione molti ambiti sportivi. Si sa quasi tutto degli ex calciatori, che in massa si sono riversati nella "gabbia", ma anche tanti sportivi, provenienti da altre discipline, hanno scoperto questo fantastico gioco. Abbiamo parlato in passato, su queste colonne, di come questa passione abbia attratto giocatori di altri sport, come i campioni della pallavolo Damiano Pippi e Pasquale Gravina o cestisti di fama come Gianluca Basile, Diego Monaldi e Hugo Sconochini. Oggi è il turno del rugby, con la bellissima storia di Paul Griffen, che incontriamo durante la prima tappa dell'Exclusive Padel Cup svolta all'Aspria Harbour Club di Milano una settimana fa: «Ho conosciuto il padel sette/otto anni fa in Spagna - le parole dell'ex rugbista - gioco da 5 anni, circa una volta ogni 20 giorni. Non ho mai giocato a tennis e sto imparando un passo alla volta la tattica del padel. È uno sport che mi piace tantissimo». Paul, nato in Nuova Zelanda ma naturalizzato italiano, è uno sportivo nel DNA e la sua carriera racconta di 4 scudetti, una Coppa Italia e un Trofeo Eccellenza conquistati con la maglia del Calvisano: «L'adrenalina che abbiamo come giocatori professionisti è ciò che ci mantiene vivi - continua Paul - e questo aspetto lo ritrovo anche nel padel. Devi cercare quel momento durante la settimana dove puoi sfogarti, divertirti e bruciare calorie. La sfida per ognuno di noi è vivere sempre un po' di competizione nella vita, come quando eravamo professionisti».

Uno scopo nobile

Paul, oltre a vantare da capitano quattro titoli nazionali, ha indossato la maglia dell'Italia in ben 42 occasioni, di cui l'ultima nel Sei Nazioni del 2009. Rincorrendo sempre le sfide nella sua vita, durante il lockdown l'ex rugbista ha unito la passione del padel a uno scopo nobile: «Nel marzo 2020, insieme a un'azienda e a mio figlio che soffre di autismo, abbiamo realizzato un cappello, sia in versione pescatore che invernale, il cui ricavato è devoluto completamente in beneficenza - conclude Paul, che è anche sostenitore dell'Associazione "Autismo Paroleperdirlo” - abbiamo pubblicizzato l'iniziativa tramite i social e finora abbiamo venduto 10.000 cappelli». Proprio con questi cappelli, Paul è sceso in campo durante la tappa dell'Exclusive Padel Cup. Sport e solidarietà che viaggiano sullo stesso binario, grazie al grande animo e alla sensibilità di una persona come Paul Griffen, che prima di essere un campione è soprattutto un grande uomo e un immenso padre.


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