La schiera di ex calciatori passati al padel dopo aver terminato la carriera da giocatore si arricchisce di un campione: Nelson Dida. Un calciatore il cui palmarès parla da sé: campione d’Europa e del mondo con la maglia del Milan, campione del mondo con la Nazionale brasiliana nel 2002 e uno degli unici tre giocatori della storia, insieme ai connazionali Cafu e Ronaldinho, ad essere riuscito a vincere nella carriera Champions League, Copa Libertadores, Coppa dei Mondo, Confederations Cup e Coppa America.
Le parole
L’ex portiere brasiliano, che lo scorso anno ha vinto lo scudetto come preparatore dei portieri della squadra rossonera, è ora un appassionato di padel: «Ho iniziato un anno fa, ho scoperto questo sport grazie al mio amico Serginho che mi ha invitato a provare e – aggiunge ridendo – aveva bisogno di un compagno!». Dida, sportivo per eccellenza, ha subito trovato il giusto feeling con il padel: «Appena ho la possibilità vengo a giocare, è uno sport divertente, si trova un ambiente fantastico e mi piace tantissimo. In questo periodo è lo sport del momento, tanti ex calciatori come me lo stanno praticando. Ci ritroviamo spesso sui campi da padel, per tornei o esibizioni, ed è un’occasione per incontrare ex compagni, per fare una chiacchierata e prendersi anche in giro! Prima del padel c’è l’amicizia ed è bello rivedersi tutti insieme in campo». Il brasiliano, che nel- la prima tappa dell’Exclusive Padel Cup svolta lo scorso weekend all’Aspria Harbour Club a Milano ha fatto coppia con il connazionale Serginho, ci rivela la sua personale classifica dei più talentuosi dentro la “gabbia”: «Ho giocato di recente con Billy Costacurta, è molto bravo. Anche Brocchi ha talento, lui gioca da molto tempo. Con Serginho stiamo migliorando, giochiamo da poco tempo insieme ma ho già imparato tan- to in un anno».
In Italia il padel sta crescendo tantissimo e nel capoluogo lombardo ormai spopola nei centri sportivi: «A Milano ci sono tantissime strutture dove giocare, è uno sport che crescerà ancora. In Brasile non ci sono tutti questi campi come in Italia, ma sono certo che arriverà anche lì».