ROMA- I numeri restano numeri, spesso nascondono insidie, incertezze, sorprese. Ma un’indicazione comunque la danno: cosa può fare all’Europeo di Roma, l’Italia del nuoto che ha appena sbancato il Mondiale? Budapest è stato un successo: 22 podi complessivi (nove ori, sette argenti, 6 bronzi), medaglie in tutte le discipline, dal nuoto in vasca alle acque libere, passando per il sincro e i tuffi. Senza dimenticare l’argento della pallanuoto maschile, che vivrà il suo Europeo a fine agosto.
Il terzo posto nel medagliere alle spalle di Stati Uniti e Cina, certifica lo stato di salute del movimento natatorio italiano, malgrado le difficoltà che ancora adesso devono affrontare le nostre piscine. Non un miracolo ma il frutto di un grande lavoro che potrà vivere altri giorni di gloria a Roma dall’11 al 21 agosto. Perché solo a scorrere il medagliere del Mondiale, la prima nazione europea che si incontra dopo l’Italia è la Francia, settima, con due ori, ottenuti tra l’altro con un solo atleta, Leon Marchand (assente a Roma per motivi di studio).
E ancora: le top ten europee sono piene di nuotatori italiani, non siamo presenti solo in sette gare (200 dorso e 200 rana maschili; 50-200 farfalla, 50-100-200 stile libero in campo femminile) ma in tutte le altre è un diluvio azzurro con una squadra che è ancora da completare. Al momento, infatti, hanno gareggiato al top soprattutto i 28 azzurri della spedizione mondiale ma quella europea sarà molto più numerosa, con il gruppo che sarà completato in occasione dei campionati italiani del 19-20-21 luglio a Ostia.
Mancano quindi altre caselle, anche perché la formula dell’Europeo si presta anche a derby interni: si possono schierare fino a quattro atleti per nazione nelle discipline olimpiche e fino a tre nelle altre, anche se al turno successivo potranno accedere soltanto i due migliori. Sarà quindi l’occasione per vincere medaglie e avviare un ulteriore crescita del movimento, mettendo alla prova anche volti nuovi che potranno rappresentare il futuro del nuoto.
Poi, dietro ai numeri, ci sono i nomi. Perché se il nuoto in vasca vive di cronometro, le acque libere vivono di situazioni (ed emozioni) del momento che anche a Roma promettono non bene ma benissimo: l’Italia è leader anche lì, trascinata da Gregorio Paltrinieri, l’anello di congiunzione tra due mondi sempre più vicini, dove chi vuole può sconfinare (Acerenza, oltre allo stesso Paltrinieri) oppure battere strade impervie ma ricchissime di soddisfazioni (Verani, oro mondiale nella 25 chilometri). Roma sarà all’avanguardia anche qui, con acque libere finalmente tali, nel mare di Ostia, dopo tante manifestazioni (europee, olimpiche, mondiali senza distinzione) di laghi e laghetti. A Roma invece ci saranno molte onde da cavalcare.