Un’opera d’arte sulla parete dell’Aquaniene, a Roma, aspettando l’opera d’arte dell’ultimo 200 stile libero olimpico in Giappone, a Tokyo. Federica Pellegrini si emoziona quando tira giù il telo - non senza fatica - e scopre il murale di 17 metri per 7 che «la mia famiglia ormai da 14 anni» le ha dedicato. L’opera si chiama Dimensione Divina ed è stata realizzata da Vanni Mangoni, ex nuotatore (specialista dei misti) che sta trovando nell’arte la sua dimensione.
Nel dipinto, stilizzato, c’è tutto: le medaglie, l’araba fenice, il ricordo della ventinovesima olimpiade in numeri romani che richiama Pechino 2008, l’edizione della medaglia d’oro. In un angolino, lassù in alto, piccolo per gli occhi di guarda ma grande, grandissimo per Federica, c’è anche raffigurato Alberto Castagnetti che per Fede è stato una guida oltre che l’allenatore dell’oro olimpico e dei due ori mondiali del 2009 a Roma e scomparso solo pochi mesi dopo. Il viso di Federica non si vede ma è lei: la postura è quella, inconfondibile («Mi piacciono molto le mani», commenta).
La sua famiglia se la coccola: «Un ringraziamento per chi ha vissuto con noi gli anni più belli della sua carriera e una promessa per quello che continueremo a fare», dice Massimo Fabbricini, presidente dell’Aniene. «Idealmente - aggiunge Gianni Nagni, direttore dell’Aquaniene - rappresenta tutti i nuotatori che hanno fatto la nostra storia in 130 anni». Malagò, presidente del Coni e presidente onorario del Circolo manda un pensiero a Zanardi: «Tesserato storico, lo aspettiamo» e ricorda «i 19 alteti dell’Aniene a oggi qualificati per Tokyo». Federica è visibilmente colpita: «Mi piace, è grandissimo. E mi piace che non si veda il mio viso, spero che possa essere d’ispirazione per tutti gli atleti che passeranno da questa piscina». A proposito di piscina, da oggi a domenica è Settecolli allo Stadio del Nuoto. L’ultima uscita prima di volare in Giappone: «Ho voglia di fare bene ma ovviamente non posso essere in forma. Sarà comunque un bel meeting». Un mese a Tokyo ma sono giorni ancora sereni: «Devo dire che non c’è nessun pensiero particolare, probabilmente perché siamo ancora a casa. Probabilmente quando arriverà la tuta olimpica, cominci a fare le valige, allora lo stato d’animo cambierà. Per adesso è tutto abbastanza tranquillo». La concorrenza sarà aggueritissima. Giovani in crescita e, fatto eccezionale, tre ori olimpici dei 200 stile libero in gara nella stessa edizione dei Giochi: Pellegrini 2008, Schmitt 2012, Ledecky 2016: «Una cosa bella, sarà una gara bellissima e sono orgogliosa di esserci. Ho seguito i trials australiani e americani, il mio record del mondo è ancora lì anche se per poco. Sono contenta che abbia resistito ma so che prima o poi cadrà». Previsioni neanche a parlarne: «Ho in mente un obiettivo minito e uno massimo, come sempre. Non li ho mai detti prima, non lo farò certo adesso». La mononucleosi di Paltrinieri, che complica il percorso olimpico di Greg, l’ha colpita: «Mi dispiace tantissimo, l’ho saputo qualche giorno fa. Spero che si rimetta. Tutta la squadra gli fa un grande in bocca al lupo».