Grilli, la beffa dopo il danno

Dopo le ustioni procurate da Di Stasio al suo Tobacco Flower a maggio nella scuderia di Pisa, per l'allenatore chieste la sospensione per un mese e una multa di 500 euro dalla Procura della Disciplina Mipaaf perché ritenuto colpevole di responsabilità oggettiva in quanto datore di lavoro dell'ex fantino
Grilli, la beffa dopo il danno© LA CIPREA
di Mario Viggiani
6 min

Sempre complicato e laborioso, se non talvolta impossibile, stare dietro o anche banalmente essere a conoscenza di quello che riguarda la giustizia ippica italiana, pure questa facente capo al Mipaaf. Ci sarebbe a disposizione il sito ministeriale, anzi c’è, ma nella sezione “giustizia sportiva” quella relativa alla “Procura della Disciplina” è ferma all’11 maggio scorso (e in precedenza lo era al 4 febbraio 2019...) con l’elenco delle decisioni di gennaio-maggio 2021 (per carità, sempre e solo “decreti di archiviazione”: compreso quello dell’aggressione subita dal guidatore Ioan Alin Gabor il 20 aprile nelle scuderie dell’ippodromo di San Giovanni Teatino, rimasta senza colpevoli...). Quella della “Commissione di Disciplina di Prima Istanza” lo è al 19 giugno con le decisioni depositate nello stesso mese e infine quella della “Commissione di Disciplina di Appello” al 10 agosto con le decisioni depositate il 20 luglio. Da segnalare che nel documento riguardante l’episodio di Gabor come in tutti gli altri, anche il più banale caso di doping, nel segno della privacy i nomi dei professionisti o dei cavalli coinvolti in ogni procedimento sono sostituiti con una serie di X oppure oscurati da un vistoso tratto marcato con pennarello nero. Peccato però che in alcuni documenti ci siano magari riferimenti a date, corse e ippodromi che nel caso (vedi appunto la vicenda Gabor) fanno risalire a quanto oggetto del procedimento in questione...

IL FATTO. Dopo questo preambolo, passiamo invece a un brutto episodio di quasi cinque mesi fa: era l’11 maggio, infatti, quando un gesto scellerato del fantino Cristiano Di Stasio, all’epoca artiere nella scuderia pisana dell’allenatore Devis Grilli, mise a rischio la vita del 3 anni Tobacco Flower (nella foto), un figlio di Desert Prince ancora inedito, allevato dalla Ciprea e appartenente alla stessa. Il purosangue rimediò gravissime ustioni (dalle quali è guarito a fatica con intense cure: tra un mesetto dovrebbe riprendere il training) in quanto Di Stasio gli aveva dato fuoco con un accendino dopo avergli versato alcool etilico su collo e spalle. Tobacco Flower fu salvato dal pronto intervento del personale di scuderia e trasferito per le cure del caso nella vicina clinica veterinaria di San Rossore. Licenziato in tronco e allontanato dalla scuderia, Di Stasio è stato denunciato ai Carabinieri da Grilli, le associazioni del galoppo (ANG, su sollecitazione dell’Anac, e l’UIF) ne hanno chiesto la radiazione al Mipaaf e lo stesso ministero ha presentato un esposto alle autorità competenti del territorio.

IL PROCEDIMENTO. Dei provvedimenti ministeriali presi a carico di Di Stasio, per riallacciarci al preambolo di cui sopra, non c’è traccia sul sito del Mipaaf. Apprendiamo invece che la Procura della Disciplina in data 4 giugno ha formulato un “atto di incolpazione” ai danni di Grilli chiedendo una sanzione di 500 euro e la sospensione per un mese da ogni qualifica professionale. Questo, si legge, per il suo «conseguente coinvolgimento stante che, per la norma citata, ai fini disciplinari i datori di lavoro hanno responsabilità oggettiva per il comportamento dei loro dipendenti» e che «la responsabilità del datore di lavoro è indicata come oggettiva con la conseguenza che, affinchè il fatto disciplinarmente rilevante risalga al datore di lavoro, è sufficiente il presupposto della sussistenza di un rapporto di collaborazione lavorativa (ammesso dallo stesso Grilli) e il collegamento tra il fatto e le mansioni svolte dal soggetto (risulta che il Di Stasio si trovava ad accudire il cavallo quale artiere del Grilli), mentre si deve prescindere del tutto dai profili di una concreta culpa in eligendo o in vigilando del datore di lavoro; ne discende che la responsabilità, imputata secondo il descritto meccanismo, resta insensibile all'eventuale dimostrazione dell'assenza di colpa, cosicché persino l'accertamento della non colpevolezza del datore di lavoro compiuto dal giudice penale non vale ad escluderla».

I PROVVEDIMENTI. In questo caso, quindi, più che beffa c'è danno si aggiunge a danno, per Grilli: dopo le ustioni al povero Tobacco Flower (peraltro comproprietario del cavallo con la moglia Francesca Gori), l’allenatore viene sospeso e multato perché avrebbe dovuto evitare il gesto inconsulto messo in atto da Di Stasio in quanto quest’ultimo era un suo dipendente. Per la serie: se un muratore impazzisce e sul cantiere prende a martellate le finestre dell’intero condominio, il titolare dell’impresa edile deve assumersi la responsabilità oggettiva per non aver evitato il fatto.

Tutto questo sarebbe ammissibile e comprensibile in caso di negligenza professionale da parte del dipendente, non certo però a fronte di atti inconsulti come il ricorso a alcool e fuoco messo in atto da Di Stasio o delle martellate dell’ipotetico muratore. E ancora: il datore di lavoro (Grilli, in questo caso) è uno, ma per la legge italiana dovrebbe quindi essere ben più che trino e moltiplicarsi fino al numero dei suoi dipendenti per controllarli tutti singolarmente sul posto di lavoro ed evitare ogni eventuale gesto inconsulto. Un paradosso inaccettabile, al quale Grilli ovviamente cercherà di opporsi in ogni modo e in ogni sede.

GALOPPO, NON TROTTO. Ah, notazione di chiusura: il procedimento n. 39/2021 a carico di Grilli parla della «grave condotta dell’artiere Di Stasio e la sua responsabilità per la violazione dell’articolo 4 del regolamento del trotto». Qualcuno avvisi la Procura della Disciplina che Tobacco Flower è un cavallo di galoppo e che nel caso si tratta dell’articolo 1 del Regolamento delle Corse al galoppo in piano professionisti, titolo I - Disposizioni Generali (a pagina 19)...


© RIPRODUZIONE RISERVATA