Sport equestri, impatto di peso

Un inedito studio di FISE e Luiss ha accertato che l'attività annuale dell'equitazione "vale” tra i 2,3 e e i 3 miliardi di euro sul PIL. Caroli: «Una filiera simile a un ecosistema complesso, con ulteriori margini di sviluppo»
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La Federazione Italiana Sport Equestri e la Luiss Business School hanno unito le forze per un inedito studio su un argomento ( “Il cavallo vincente - L'impatto degli sport equestri sul sistema economico italiano”) illustrato oggi a Roma in una delle sedi dell’università privata, la prestigiosa Villa Blanc. Un'impatto sul PIL nazionale che varia da 2,3 a 3 miliardi di euro, una spesa annuale di 1,7 miliardi da parte dei praticanti, un settore nel quale si muovono 30.000 occupati e 170.000 tesserati in costante aumento: questi sono i principali dati emersi da questo lavoro e trattati nell’odierno appuntamento.

«Le grandi imprese considerano sempre più spesso i risultati delle politiche di tipo ambientale accanto ai risultati economici. È quindi molto importante che un movimento come quello equestre, a forte valenza ambientale, si ponga come obiettivo quello di misurare il suo impatto economico - ha detto Matteo Giuliano Caroli, associate dean for internationalization della Luiss e autore dello studio insieme al docente Alessandro Sarra - Un impatto molto significativo, forse anche al di là delle aspettative. E questo perché la filiera dell'equitazione è molto lunga e articolata, quello che noi chiamiamo un ecosistema complesso. La FISE può avere un grande ruolo a livello nazionale, ma anche locale, nel coordinare e favorire lo sviluppo di questa filiera. Attorno a questo mondo si muove un sistema di imprese potenzialmente trainante anche a livello internazionale: per esempio l’allevamento dei cavalli, nel quale l'Italia ha un po' perso la leadership di una volta e deve puntare a recuperarla. Lo sviluppo di questo tipo di produzione in chiave internazionale non è solo importante a livello agonistico, ma anche economico. Lo stesso tema ambientale ha ormai anche un valore economico, soprattutto per un settore come quello equestre: basti pensare al turismo nelle aree naturali e rurali, nel quale la componente equestre è molto importante e va rafforzata, dandole un valore che venga percepito dal cliente. E lo stesso vale per l’ambito terapeutico dell'attività equestre».

Il convegno ha registrato numerosi interventi: principali sono stati quelli di Giovanni Malagò (presidente del CONI), Valentina Vezzali (sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport), Marco Di Paola (presidente della FISE).


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