È un percorso sportivo particolare quello di Stefano Giansanti, che ad Arzachena ha appena partecipato alla Italia Polo Challenge Baylandi Cup-Porto Cervo 2021 con il Battistoni Polo Team, sconfitto in finale da Petra Bianca. Romano, 45 anni, ha scoperto il polo soltanto nel 2004 dopo trascorsi agonistici nella boxe («Ho disputato match da dilettante») e calcio («In particolare calcetto»). A questa disciplina equestre è arrivato da sponsor di un torneo, con l’impresa di famiglia («Settore gioielli»), e da quella occasione non l’ha più abbandonata. Anzi…
«Un gioco che mi ha subito preso, affascinato, e che è diventato il mio sport preferito, al quale dedico principalmente il tempo libero. All’epoca mi iscrissi a un corso e da allora il polo è diventato la mia passione, il più grande divertimento».
A quanti tornei partecipa, normalmente?
«Anche l’attività del polo risente ancora delle limitazioni pandemiche, quindi complessivamente nel periodo si gioca meno. In passato però sono riuscito a disputare anche otto tornei in un anno».
Da giocatore, finora quali sono state le maggiori soddisfazioni?
«Su tutte la conquista del titolo italiano nel 2016 con il Circolo La Castelluccia: ero capitano della squadra. E poi le varie Coppe Ambassador, riservate ai giocatori non professionisti: in particolare quella vinta in Brasile a San Paolo. Sono uno dei tre ambassador italiani, gli altri sono Daniel Garcia e Alessandro Giachetti».
E adesso c’è stata la partecipazione alla terza e ultima tappa 2021 di Italia Polo Challenge.
«Non avevo mai giocato in Sardegna, sono stato quindi particolarmente felice di questa opportunità. È stato un vero piacere fare di nuovo squadra con l’argentino Joaquin Maiquez e il tedesco Alexander Hauptmann: ci siamo divertiti molto, vincendo le prime due partite e venendo sconfitto solo in finale da un team fortissimo come Petra Bianca. Questo torneo piuttosto è stato la conferma definitiva della piena riuscita di un progetto come Italia Polo Challenge: la formula dell’arena polo è importante per portare questo sport in mezzo alla gente, in luoghi e occasioni meglio fruibili. Certo, il polo classico quattro contro quattro resta un’altra cosa: è come il calcio tradizionale a undici e il calcetto a otto, sono due sport diversi. Ma l’arena polo è un veicolo promozionale importantissimo».
Da poco è diventato presidente del Roma Polo Club, prendendo il testimone da Cataldo D’Andria. Più onore o più oneri?
«Gli oneri non mancano, soprattutto nell’immediato dopo il passaggio di consegne, ma vengono compensati da un ruolo di grande onore, perché parliamo di un circolo di consolidata tradizione, storico, quasi centenario, simbolo di valori autentici».