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Il belga era al rientro alle corse dopo il serio incidente in allenamento di inizio dicembre: "È stata dura ma bisogna crederci sempre"

Incredibile Remco Evenepoel&nbsp;che, al suo debutto stagionale dopo cinque mesi d&#39;assenza,&nbsp;ha vinto la 62&ordf; edizione della Freccia del Brabante. Il belga, al rientro alle corse dopo il serio incidente in allenamento di inizio dicembre, ha battuto in volata in un testa a testa finale il connazionale Wout Van Aert.

<h2>Evenepoel incredulo: &quot;&Egrave; incredibile quello che &egrave; successo&quot;</h2>

&quot;Avevo capito di stare bene, ma non avrei mai detto di arrivare a giocarmela con Van Aert - le prime parole di un incredulo Evenepoel -. &Egrave;&nbsp;incredibile, pensavo di essere sconfitto. Questa &egrave; una gara dura ma la mia vittoria dimostra che bisogna sempre provarci, sempre crederci. &Egrave; stata dura in questi mesi - ha ammesso il belga - ma nelle ultime due settimane mi sono sentito meglio. Tante volte il lavoro paga ma &egrave; comunque incredibile quello che &egrave; successo. Ho dovuto raschiare il barile e dare tutto fino in fondo&quot;.

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Lo sloveno a caccia della prima Roubaix: "L'ho studiata nei minimi dettagli". Ganna ci prova: "Lotterò fino all'ultimo metro"

Che Tadej Pogacar vada come un Frecciarossa, ormai &egrave; assunto metabolizzato, innanzitutto dagli avversari. Cavalca la sua bici come un cavallo, come un Ribot. La potenza che la sua Colnago gli consente di scaricare a terra, del resto, &egrave; quella. L&#39;hanno definita, in modo che tutti intendessero, una &quot;bicicletta senza precedenti&quot;. La sigla, V5Rs, fa pensare che potrebbe battere pure una Ferrari (non che ci voglia molto con la SF-25), ma intanto batte le bici dei rivali dello sloveno e questo basta e avanza. Telaio inedito, ci si &egrave; spinti verso terre sconosciute per disegnare questo cavallo alato. Per la prima volta nella storia del ciclismo, infatti, il produttore si &egrave; adattato alle caratteristiche del corridore - la sua conformazione fisica, un peso piuma, il suo modo di correre, un treno appunto - fin dal primo bozzetto. Ne &egrave; uscito un mezzo mai visto prima, che - tra gli optional compresi al momento dell&#39;acquisto - consente a Pogacar quando viaggia ai 50 all&#39;ora di spendere meno energie degli avversari, conservandone per il finale. Il che, in una gara come la Roubaix, potrebbe consentire al campione del mondo di risultare competitivo anche in un arrivo in volata, magari con quell&#39;altro satanasso di Van der Poel (dicono abbia avuto febbriciattola in queste ore di vigilia, vero o pretattica?). Ultima curiosit&agrave;: la V5Rs sar&agrave; messa sul mercato, chiunque la potr&agrave; acquistare. Chiunque si fa per dire, perch&eacute; coster&agrave; 16mila euro.

<h2>Il piano &egrave; pronto</h2>

Detto tutto questo, e aggiunto per onest&agrave; che il pi&ugrave; forte corridore di tutti i tempi - forse oggi ancora secondo a Eddy Merckx, ma ha solo 26 anni! -, vincerebbe anche in sella a un triciclo, la Roubaix che lo attende gli offre la definitiva consacrazione, l&#39;ingresso nell&#39;Olimpo del ciclismo, il lasciapassare per la gloria eterna. Il ciclismo, di suo, si presta facilmente al racconto epico, ma con Pogacar &egrave; esercizio obbligato. Se gi&agrave; carico delle mostrine delle campagne dello scorso anno - basti citare il Giro, il Tour, il campionato del mondo -, ad aprile si ritrovasse gi&agrave; quelle delle Strade Bianche, del Fiandre e della Roubaix, saremmo davvero di fronte a un nuovo Cannibale. Ora, avr&agrave; pure ragione Roger De Vlaemink, per tutti monsieur Roubaix (ne ha vinte 4, solo Boonen ne ha vinte altrettante, ma il gitano di Eeklo per quattro volte &egrave; arrivato secondo, una volta terzo), a dire che &quot;non &egrave; la corsa ideale per le caratteristiche di Pogacar, io vado controcorrente e dico che vincer&agrave; Van Aert, del resto &egrave; sfortunato e la meriterebbe&quot;, ma lo sloveno promette battaglia, perch&eacute; non l&#39;hai mai vinta, perch&eacute; vuole salire a nove gare-Monumento, perch&eacute; &egrave; un Cannibale. &quot;Il piano &egrave; pronto - assicura il campione sloveno -, l&#39;ho studiato nei minimi dettagli, preparo questa corsa da mesi&quot;. Forse da sempre. Raccontavano i suoi compagni, all&#39;uscita dalla Foresta di Aremberg, dopo l&#39;ultima ricognizione, che &quot;Tadej aveva completato l&#39;intero percorso della Roubaix prima di fare il Giro delle Fiandre&quot;. Come fai a non considerarlo il favorito?

<h2>I muscoli del capitano</h2>

Gli altri. Poveracci. Abbiamo detto della febbre di Van der Poel, delle speranze di Van Aert, aggiungiamoci la pericolosit&agrave; di Pedersen e le solite belle speranze del nostro Filippo Ganna. &quot;L&#39;Inferno del Nord non mi fa paura, nemmeno quei milioni di pietre, sono sereno perch&eacute; so che ce la metter&ograve; tutta, spero sia una Roubaix asciutta, lotter&ograve; fino all&#39;ultimo metro nel velodromo&quot;. Potrebbe non bastare, &egrave; gi&agrave; successo. Forse Filippo Ganna, che il belga Van Hooydonck ha indicato come favorito, definendolo un &quot;camion&quot;, &egrave; capitato nell&#39;epoca sbagliata, quella dei mostri sacri Pogacar e Van der Poel (&quot;Il mio favorito&quot;, assicura Filippo). O forse ha ragione De Vlaemink, che ha detto: &quot;Ganna? Grandissimo campione su pista, un po&#39; meno su strada&quot;. Sta di fatto che il nostro ciclismo si aggrappa al suo talento, ai suoi muscoli, al suo cuore. &quot;La giornata storta pu&ograve; sempre arrivare, ma anche la giornata di grazia...&quot;. Giusto. La stagione &egrave; ancora lunga, il ciclismo italiano su impulso del presidente Cordiano Dagnoni ha aperto un nuovo ciclo con i cambi ai vertici delle direzioni tecniche, la strada - com&#39;&egrave; noto - &egrave; stata affidata a Marco Villa - la sua Nazionale debuttava oggi al Giro di Reggio Calabria - col suo carico di gloria e medaglie portate dalla pista, le aspettative sono tante, anche a livello giovanile, e il Mondiale in Ruanda un obiettivo meno distante del recente passato. Dice Sonny Colbrelli, ultimo italiano a conquistare la Roubaix (2021): &quot;Ho fiducia in Ganna, &egrave; maturato molto e pu&ograve; vincerla di potenza&quot;. Forza e coraggio.&nbsp;&nbsp;

Pogacar, appuntamento con il mito

Roma al centro del ciclismo mondiale giovanile: dal 23 al 25 aprile, tre giorni di festival delle due ruote. La Capitale ospiterà oltre 2mila ciclisti tra professionisti, giovani e amatori

Lazio Bike Days: cresce l'attesa per il 78° Gran Premio della Liberazione

Il vicepresidente degli Stati Uniti fa cadere la coppa alla Casa Bianca: "Non volevo che altri lo conquistassero"

&quot;Dopo l&#39;Ohio State, non volevo che altri si aggiudicassero il trofeo, quindi ho deciso di romperlo&quot;. Il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance ha commentato con ironia l&#39;episodio che lo ha visto protagonista alla Casa Bianca. Nel corso della cerimonia organizzata per festeggiare il successo degli Ohio State Buckeyes, che si sono aggiudicati il successo nel college football, Vance si &egrave; reso protagonista di una vera e propria gaffe.

<h2>Vance rischia di distruggere la coppa: il video diventa virale</h2>

Il vicepresidente degli Stati Uniti ha tentato di sollevare il trofeo, ma la base pesante, gli &egrave; scivolata di mano. Vance ha rischiato cos&igrave; di distruggere la coppa, tra l&#39;imbarazzo e la preoccupazione dei presenti. Le immagini hanno fatto il giro del web, diventando immediatamente virali.

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Football, gaffe di Vance: festeggia la vittoria di Ohio e fa a pezzi il trofeo

 

 


Lazio Bike Days

Il belga era&nbsp;al rientro alle corse dopo il serio incidente in allenamento di inizio dicembre: &quot;&Egrave; stata dura ma bisogna crederci sempre&quot;

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