Incredibile Pantani, 25 anni dopo riaperto il caso

L’ombra della camorra: nuove indagini della Procura di Trento sulla controversa tappa del Giro d'Italia a Madonna di Campiglio nel 1999
Patrick Iannarelli
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Un ematocrito totalmente sballato a causa di un prelievo forzato e i numerosi dubbi per tutto quello che è accaduto nella mattinata del 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio. A 25 anni di distanza la risposta alle mille domande sembra essere una soltanto: Marco Pantani non doveva vincere quel Giro d'Italia. La Procura di Trento ha deciso di riaprire il caso legato al Pirata, scomparso il 14 febbraio 2004: sull'episodio più controverso legato al ciclismo sembra esserci l'ombra della camorra, come rivelato anche da Renato Vallanzasca che, «per ottenere lauti profitti illeciti dalle scommesse clandestine» avrebbe «manipolato il prelievo di sangue facendo risultare un tasso di ematocrito superiore a quello consentito». 

Pantani, la ricostruzione dei fatti

Prima della partenza della tappa furono sottoposti ai controlli antidoping i primi 10 ciclisti della classifica, a Pantani – in maglia rosa – venne accertato un tasso di ematocrito pari al 53%, poi ridotto al 52% nel secondo controllo, che superava il limite imposto dal valore massimo consentito (50%). L'incongruenza maggiore riguarda l'esito riscontrato poche ore dopo nell'altro esame effettuato all'ospedale di Imola (accreditato Uci) dal quale risultò un livello di ematocrito intorno al 48%. Secondo l'ipotesi della pm Patrizia Foiero, i test che stroncarono la carriera di Pantani furono una sorta di trappola costruita dalla camorra, ipotesi poi confermata dallo stesso Vallanzasca (sentito venerdì nel carcere di Bollate) prima del peggioramento delle condizioni di salute e da intercettazioni telefoniche che secondo la Commissione antimafia meritano di essere approfondite. In programma nei prossimi giorni una decina di audizioni che riguarderanno persone informate sui fatti, a partire dagli ex compagni di squadra fino ai tecnici che effettuarono i controlli. I dubbi sono sempre gli stessi: la modalità dei prelievi – contestati già in passato – la correttezza delle operazioni nelle fasi successive e la genuinità dei risultati. Punti interrogativi che rendono ancor più intricata la tela del ragno e che sembrano alimentare i sospetti: quella mattina Marco Pantani non doveva tornare in sella.


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