Non è un Ganna, sono due

Chi è e come lavora il campione mondiale su pista che ha segnato in sei giorni prima il record dell’Ora e poi quello dell’inseguimento: musica a palla nelle orecchie e forza straripante nelle gambe
Non è un Ganna, sono due© EPA
Giorgio Coluccia
4 min

Nello scorso weekend a Grenchen, Filippo Ganna aveva al suo servizio almeno dodici persone tra allenatore, massaggiatore, fisioterapista, nutrizionista e meccanici sotto l’attenta supervisione di Marco Villa, responsabile unico della pista azzurra. Una Nazionale (quella italiana) a supporto di una squadra (il Team Ineos) per non lasciare nulla al caso, come dimostra anche l’analisi strumentale dell’umidità da parte di un esperto effettuata poco prima del via in previsione record dell’Ora. Abilità atletiche fuori dal normale e una cura maniacale dei dettagli, che di riflesso sono state messe in campo anche ai Mondiali su pista in corso a Saint-Quentin-en-Yvelines.

ORGOGLIO NEGLI OCCHI

Nelle orecchie la musica a palla del suo amico-dj Thomas, tra techno e punk contemporaneo, ma nelle gambe la forza straripante di siglare in meno di una settimana prima il record dell’Ora e poi il primato mondiale (con oro annesso) nell’inseguimento individuale. Due volti della stessa medaglia e senza il vantaggio dell’altura in entrambi i casi. Da un lato lo sforzo sovrumano e prolungato per sessanta minuti di fila su 56,792 chilometri; dall’altro l’exploit a tutto gas da concentrare in soli 4 chilometri e che nello specifico è riuscito a completare in 3’59”636 a 60,091 km/h. «Da pistard si è trasformato in cronoman senza snaturarsi - ha raccontato il suo allenatore Dario Cioni - Dà l’impressione che gli venga tutto facile, poi in particolare con la maglia della Nazionale riesce sempre a esaltarsi e quell’orgoglio glielo leggi negli occhi».

NESSUNO COME LUI

Lo straordinario finale di stagione su pista ha salvato un bilancio deficitario rispetto a quanto ottenuto su strada, lasciando intravedere un calendario meno fitto in vista della prossima annata per selezionare obiettivi mirati. «Vorrebbe sempre dare il massimo, non è uno che si tira indietro - ha spiegato lo stesso Cioni - Qualcuno al posto suo forse sarebbe più egoista, punterebbe a un solo grande obiettivo, ma questo vorrebbe dire limitarlo. La pista è stata fondamentale per la sua crescita e gli allenamenti che ha sostenuto». Attualmente in circolazione non c’è un ciclista in grado di sdoppiarsi mantenendo così alto il profitto. Per esempio, il precedente detentore del record dell’Ora, Dan Bigham, ai Mondiali nell’inseguimento individuale si è piazzato ai piedi del podio e il suo predecessore Victor Campenaerts non si è mai nemmeno sognato di cimentarsi su un parquet.

IL PESO DELLA BICI

Nel velodromo francese Ganna ha scaricato sui pedali la forza più brutale con un incredibile rapporto da 67x15. In finale Jonathan Milan gli ha dato filo da torcere all’inizio con un primo giro volato via a 20’’9 e il primo chilometro in 1’06’’12, prendendosi un secondo e mezzo di vantaggio. La reazione del ventiseienne di Verbania è stata folgorante perché tutto dipendeva non dalle gambe, ma da una bici ancora troppo pesante da lanciare come ammesso dallo stesso Ganna: «Si tratta di un modello molto differente dagli altri. Speriamo che in vista delle Olimpiadi Pinarello trovi il modo di farla partire un po’ più facilmente. Nel primo giro è difficile da lanciare, è pesante, ma una volta partita è veramente un razzo e gli ingegneri sono riusciti a fare qualcosa di straordinario. In più, a giudicare dai tempi che ha fatto vedere, il velodromo si è dimostrato veloce e a Parigi potremo divertirci davvero».

IL BELLO DEVE ARRIVARE

In questi due anni il campione azzurro vorrebbe cimentarsi anche con la Madison (come provato lo scorso agosto a Fiorenzuola) e allargare il campo su strada, dove nella prossima stagione potrebbe davvero puntare sulle classiche e sulle singole tappe, sacrificando in parte gli impegni su pista. Anche perché i Mondiali si terranno ad agosto e in contemporanea nel multievento di Glasgow. Sulla bici del futuro Fausto Pinarello ha annunciato: «Proveremo a usare più carbonio, stavolta abbiamo dovuto completare il tutto in soli quattro mesi. Non c’era quasi il tempo per fare tutti i test, ma rappresenta il modello del futuro e da lì non si torna indietro». Filippo Ganna non ha ancora raggiunto l’infinito. Sembra contro ogni legge della natura, ma il bello arriverà più avanti.


© RIPRODUZIONE RISERVATA