Non può esserci una festa senza il suo mattatore, un film (e questo è un colossal) senza il suo protagonista da Oscar. L’Olimpico come Cinecittà ai tempi della Dolce vita. L’ingresso intorno alle 10.30 di ieri per prendere misure e possesso della pedana, far impazzire la curva Sud piena praticamente solo per lui. Gianmarco Tamberi compare alla terza giornata di una edizione degli Europei pazzesca per l’Italia, recita il suo copione e dà appuntamento a domani sera in finale. In qualificazione come su un set è buona la prima, e l’unica se consideriamo che è anche il suo esordio stagionale: un solo salto a 2.21 per mettersi tutti dietro.
Sensazioni al debutto nell’anno olimpico?
«Mi sento molto bene, non voglio già cantare vittoria anche se per me è insolito fare bei salti in qualificazione. Non vedo l’ora di gareggiare e scoprire qual è il mio valore attuale. So di aver investito fisicamente e tecnicamente tutto in questa stagione. Ancora più che in passato non ho messo nulla davanti allo sport».
La lotta è solo su se stessi?
«Ci saranno altri 12 atleti in finale, tra cui 2 azzurri (Lando e Sottile, ndc) ai quali faccio i complimenti. Sicuramente non posso sottovalutare alcun avversario, ma io voglio fare la gara contro me stesso e battermi».
Cambiamenti in vista?
«Affronterò la gara con 9 passi di rincorsa fino a una certa misura e poi, se tutto andrà bene, metterò anche gli 11 passi che ancora non ho mai provato neanche in allenamento. Il percorso sta andando molto bene, sono entusiasta».
Domani sera in tribuna ci sarà anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
«Un onore immenso, mi vengono i brividi se penso che sarà allo stadio a vedere la mia gara e la nostra Nazionale. Fa capire quanto questo movimento meriti l’attenzione di tutti. Rivedrò il Presidente al Quirinale giovedì per la consegna della bandiera, saranno giorni intensi ma ora sono concentrato solo sulla gara. Spero di far divertire anche lui».
Com’è essere capitano di una squadra da record?
«L’avevo detto che da questa Nazionale ci saremmo dovuti aspettare cose stratosferiche. I ragazzi sono forti e uniti, è bellissimo viverli da dentro, è una squadra affiatatissima in cui ognuno prende forza ed energia dall’altro. Quando sono entrato in Nazionale io, era l’esatto opposto: c’era invidia continua, si cercava quasi di fare lo sgambetto al compagno».
Quanto c’è di Tamberi in questo cambiamento?
«Se c’è un mio piccolo merito ne sono contento, ma il merito è dei ragazzi. Tutti vogliono primeggiare sugli avversari e non sui compagni, la loro forza è credere nei propri sogni piuttosto che avere paura di fallire, come succedeva qualche anno fa. Oggi abbiamo voglia di stupire, e fa tutta la differenza del mondo».
È l’effetto Tokyo 2021?
«La scia è partita prima. L’Olimpiade in Giappone è solo l’emblema, la realizzazione della strada fatta e di cui sono orgoglioso».
La rivoluzione è solo mentale o anche tecnica?
«La nuova tecnologia legata alle scarpe ha aiutato, ma è un vantaggio per tutti che influisce per il 10%. Noi invece siamo migliorati del 40% grazie a un approccio mentale diverso».
I successi di Roma non possono che amplificare il trend.
«Vivere tutto questo in un Europeo in casa è un’esperienza che ogni atleta porterà con sé per sempre. Sarà un trampolino immenso per l’Italia dell’atletica e mi dispiace che questa onda stia arrivando adesso senza che sia ancora percepita dalla maggior parte degli italiani, altrimenti lo stadio sarebbe stato pieno tutti i giorni. Se fosse successo tra due anni...».
Nel 2027 avremmo potuto avere i Mondiali, sempre a Roma.
«Eh... e quest’anno le Olimpiadi. Vabbè ciao (e scuote la testa). Seriamente, ringrazio chi verrà ma sto cercando in tutti i modi di richiamare il pubblico perché sono convinto che non se ne pentirà, anzi lo ricorderà tutta la vita. Questa Nazionale sta facendo qualcosa di sensazionale e sarà difficile che possa ripetersi e vincere di nuovo così tanto. Siamo i più forti di sempre, probabilmente anche in Europa».