New York- Lasciate da parte i dieci centimetri di pelle non coperti da tatuaggi, il fatto che fosse il bad boy di una squadra memorabile di basket, i Chicago Bulls, le orge prima delle partite di Finals, i capelli fucsia, i vestiti da cartoon della Disney, e l’amicizia con il dittatore coreano Kim. Dennis Rodman è così pazzo che la sua idea di andare a Mosca per trattare con il presidente russo Vladimir Putin la liberazione di Brittney Griner potrebbe essere un’idea sensata. Anche perché chi, se mai succederà, dovesse incontrarlo a nome del Cremlino, avrà dovuto studiare tutto il dossier su una delle leggende del basket americano, mina vagante diplomatica, tra i pochi a parlare ai bambini delle arene di basket e ai dittatori del pianeta come fosse una rock star planetaria. A Rodman è sempre piaciuta quest’aria da figlio di Satana, anche se quando giocava a Detroit, ed era così pieno di dollari da doverli mettere dentro barattoli seminati per casa, se ne andava in macchina negli anfratti bui della città per lasciare bigliettoni da cento agli homeless. “Non puoi aiutare tutti, ma qualcuno sì - aveva raccontato a un reporter del New York Times nel 1990 - che cosa sono 250 dollari”. L’uomo che durante una partita si accomodò in panchina, si tolse le sneaker per mettersi a leggere un magazine, stavolta ha deciso di alzarsi in piedi e fare la sua parte. “Ho avuto l’autorizzazione - ha detto - per aiutare quella ragazza”. “Cercherò di farlo già questa settimana”, ha aggiunto. Griner è la campionessa di basket arrestata a Mosca a febbraio e condannata a 9 anni di carcere per aver portato in Russia prodotti a base di marijuana. L’amministrazione Biden ha proposto uno scambio di prigionieri nel gelo dei rapporti tra Washington e Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dei russi. Da più di dieci anni Rodman si vanta di essere amico del leader nordcoreano Kim Jong Un, e si è attribuito il merito di aver garantito la liberazione del cittadino americano Kenneth Bae, rilasciato dalla Corea del Nord. L’ex star dei Bulls aveva definito Putin un “tipo fico” dopo averlo incontrato durante un viaggio a Mosca nel 2014, e non ha bisogno di permessi speciali per andare in Russia, ma solo del visto. Washington ha sconsigliato di andarci. Consiglieri del presidente Joe Biden ritengono che la missione dell’ex campione potrebbe produrre gli effetti opposti, ma se c’è una cosa che più convince il “bad guy” ad agire è quando qualcuno gli dice ‘ragazzo, non farlo’.