WWE, Randy Orton: "Sono della 'vecchia scuola', ma non tramonto mai"

A pochi giorni dal suo incontro contro Edge a Backlash, soprannominato "The Greatest Wrestling Match Ever", The Viper si racconta
WWE, Randy Orton: "Sono della 'vecchia scuola', ma non tramonto mai"
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ORLANDO (Florida) - La sua mossa caratteristica, la "RKO", è probabilmente una delle più conosciute in assoluto nel mondo del wrestling. Semplice, improvvisa e letale come il morso di un serpente, ed è per questo che nel corso degli anni, il quarantenne Randall Keith Orton, meglio conosciuto come Randy Orton, è stato soprannominato "The Viper". Quel suo gesto atletico è diventato già oggi storia di questo sport-entertainment.

D'altronde era devastante vent'anni fa, quando quel giovane figlio d'arte ha cominciato a calcare il ring della WWE, lo è ancora oggi e lo sarà ancora a lungo, almeno per un altro decennio, come confermato dallo stesso "Legend Killer" (come era conosciuto negli anni Duemila): Ho vinto tanto in 20 anni di carriera. Ricordo ancora il giorno del mio primo contratto, era nell’ottobre del 1999. Ho tanti ricordi, tanti match. Alcuni di questi li ho avuti con dei talenti straordinari. Insomma, ho lavorato con la “vecchia scuola”, gente come The Undertaker, Shawn Michaels, Triple H, Mick Foley, Booker T e così via. Prima mettermi a confronto con loro mi metteva i brividi. Oggi sono più maturo e consapevole, ho fatto più di 3mila match nella mia vita, forse ne ho messi insieme più di tutti in assoluto. Ma devo fare ancora molto, penso di avere altri 10 anni di carriera davanti a me e voglio mandare over (rendere più popolari nel gergo del wrestling, ndr) altri ragazzi, lavorare con loro e mettere a disposizione le mie conoscenze, un po' come accaduto poco più di un paio d'anni fa con Jinder Mahal”.

Randy Orton verso Backlash

Lui, di Knoxville (Tennessee) è un wrestler di terza generazione: prima di lui c'erano stati suo padre Bob Orton Jr e nonno Bob Orton Sr, oltre allo zio Barry Orton. Li ha superati tutti, mettendo insieme già 13 titoli di campione del mondo nella sua carriera, oltre a (tra le altre cose), due vittorie nella Royal Rumble e una al Money in the Bank. Il personaggio che interpreta è freddo, cinico e calcolatore, capace di regalare anche con una semplice espressione del viso uno spunto decisivo nella costruzione di una storia. Così, con queste caratteristiche, Randy Orton è amato da alcuni, temuto da altri e rispettato da tutti, che lo considerano a ragione come una delle Superstar più pericolose e astute che abbiano mai messo piede in un ring WWE. Ecco perché non sorprende che la compagnia di wrestling più importante del mondo stia sponsorizzando il suo prossimo incontro con Edge a Backlash 2020 (nella notte tra domenica 14 e lunedì 15 giugno) come "The Greatest Wrestling Match Ever": "Dico la verità, non mi faceva impazzire questo appellativo. Ma capisco che ci sia grande aspettativa. Edge è uno dei migliori atleti di sempre e se mi avessero fatto scegliere una persona con la quale realizzare un qualcosa di questo genere, avrei detto senza dubbio lui. Adam Copeland (vero nome di Edge, ndr) è un grande amico, ma anche uno dei migliori performer della storia di questo sport-entertainment. Credo che le nostre caratteristiche siano perfette per dare vita a qualcosa di indimenticabile. Se fossi un tifoso sarei eccitato dall'idea di vedere questa sfida".

Da WrestleMania 25 agli altri sport

Non è la prima volta che ci sono grandi aspettative prima di un suo incontro. Un'altra occasione era stata a WrestleMania 25, quando doveva affrontare Triple H. In quella circostanza però il risultato finale non fu quello sperato, "colpa" anche della sfida indimenticabile e iconica che l'aveva preceduto: "Il mio match con Triple H fu tremendo, lo so. Soprattutto dopo quello che era accaduto tra The Undertaker e Shawn Michaels, forse il miglior incontro di sempre. Ma di match fantastici ce ne sono tanti. Ad alcuni piacciono le stipulazioni speciali, i match con la scala, ad altri quelli in cui viene raccontata una storia: si tratta di discorsi soggettivi. A me ad esempio è piaciuta anche la performance complessiva nell'House of horror match con Bray Wyatt a Payback 2017". Quello che invece non riesce ad appassionarlo proprio, sono gli altri sport: "Sì, è vero. Mi piace molto praticarli, ma non sono un vero tifoso. Mi guardo il Super Bowl magari, così come la Coppa del Mondo o partite decisive dell'Nba, ma non ho nessuna squadra in particolare. Può capitare che il giorno stesso del grande appuntamento chieda a mia moglie o i miei figli 'ah, ma c'era il Super Bowl?'. Apprezzo però tutti gli sport e i grandi atleti: Michael Jordan, ad esempio, è stato strepitoso".


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