Questa settimana a un nostro evento abbiamo fatto quattro chiacchiere con Edoardo Giordan, atleta paralimpico della Nazionale Italiana di scherma. Parlare con lui ci ha dato tanta carica: gli è stata amputata una gamba quando aveva 20 anni, però, lui non si è dato per vinto e, grazie anche alla scherma, ha ritrovato la grinta e l’ambizione che sembravano essere sparite. Ecco qui cosa ci ha raccontato.
Ciao Edoardo! Come stai?
«Ciao ragazzi! Abbastanza bene, sono tornato proprio ieri da una gara in Thailandia e sono ancora scombussolato dal jet lag, però sono contentissimo di essere qui!».
Ti va di raccontare quello che hai passato?
«Certo, all’età di 20 anni mi è stata amputata una gamba per un errore medico. Mi avevano diagnosticato una malattia che non avevo e per colpa delle cure sbagliate l’amputazione è stata inevitabile. L’anno successivo è stato pesantissimo, a 20 anni ti senti adulto ma sei ancora un ragazzino. Avevo pochi sogni, paura, ansia e non sapevo cos’avrei fatto nel mio futuro».
Come hai fatto ad uscire da questo periodo?
«La svolta è avvenuta proprio quando ho iniziato a fare sport paralimpico. La scherma mi ha dato modo di sognare, di pormi obiettivi sempre più grandi e di credere in me stesso. Quando ho spostato il focus dal problema che avevo a come risolverlo la mia vita è cambiata completamente».
Prima dell’amputazione com’era il tuo rapporto con lo sport?
«Ero già uno sportivo, ma lo facevo giusto per divertirmi, quasi per perdere tempo. Quando ho capito poi che la scherma paralimpica mi poteva portare a sognare qualcosa di grande come addirittura una paralimpiade mi sono buttato con tutte le mie forze».
Che consigli daresti ai ragazzi che sono nella tua stessa situazione e non sanno come affrontare una cosa del genere?
«Io dico sempre ai ragazzi di credere in quello che fanno, di lottare, di sognare in grande e di pensare a quello che vogliono fare senza preoccuparsi del giudizio degli altri. Dopo l’amputazione ero più preoccupato di quello che pensavano gli altri rispetto a quello che ero veramente, e quando ho abbattuto questa barriera ho iniziato a vivere in maniera completamente diversa».
Grazie mille Edoardo per essere stato qui con noi!
«Grazie a voi ragazzi! Ricordatevi sempre di continuare a credere in quello che fate…».
ART4SPORT. Tra le altre cose Edoardo fa parte di Art4Sport, l’associazione di cui fa parte anche Bebe Vio, che da pochissimo gestisce un progetto che si chiama Bebe Vio Academy. È molto semplice: i ragazzi dai 6 ai 18 anni, con o senza disabilità, hanno l’opportunità di sperimentare diversi sport tutti insieme in modo da rendere il mondo dello sport più inclusivo per tutti. Il 13 giugno allo stadio dei marmi a Roma Art4Sport organizzerà un evento fighissimo chiamato Giochi senza Barriere a cui sarà presente anche Bebe e noi non vediamo l’ora di essere lì! State connessi!