L ’Italia non andrà ai Mondiali in Qatar del 2022, ma non è l’unica “tragedia” della prossima Coppa del Mondo. Secondo i dati della fondazione Humanity United, i lavoratori morti durante preparazione del mondiale sarebbero 6.500 in 11 anni, un numero davvero scandaloso.
La protesta. Per questo, venerdì scorso, nel giorno del sorteggio dei gironi, davanti alla sede della FIFA a Zurigo sono apparsi centinaia di palloni pieni di sabbia, portati lì come segno di protesta dall’artista tedesco Volker-Johannes Trieb. Prima di lui si era espresso anche il calciatore Eric Cantona, già a gennaio infatti aveva detto che non avrebbe guardato i prossimi Mondiali, per rispetto di tutte quelle vittime. Ecco che quindi torna il tema della sicurezza sul lavoro, di cui si parla molto in questo periodo. Negli ultimi mesi le tragedie legate all’alternanza scuola lavoro hanno spinto gli studenti di tutta Italia a scendere in piazza e a occupare moltissime scuole e anche se per noi adolescenti il lavoro sembra ancora un mondo molto lontano, in realtà non è assolutamente così. A volte i nostri genitori ci dicono che non è detto che riusciremo a fare il lavoro dei nostri sogni, ma indipendentemente da cosa faremo la sicurezza deve essere messa al primo posto.
Mondiali e polemiche. Nel 2022 leggere certi dati è imbarazzante e sapere che di mezzo c’è uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo lo è ancora di più. I Mondiali di Qatar 2022 sono già molto discussi, alcuni dicono che si dovevano boicottare e che giocare con questi presupposti sarebbe sbagliatissimo. Io non so bene cosa dire a riguardo, ma in mezzo a questa brutta storia spero con tutto il cuore che quando tra novembre e dicembre di quest’anno i giocatori scenderanno in campo per giocarsi la coppa saranno ricordati almeno per un attimo anche tutti gli operai morti di cui non si sa nulla. Alla fine sono loro che hanno reso possibile il mondiale.