Oggi vi raccontiamo una storia. Per continuare a lavorare, fior fior di giocatrici di basket americane si trasferiscono in Ucraina o in Russia durante le pause del campionato statunitense. Tra queste anche Brittney Griner, che non è esattamente la prima che passa. Non elencherò tutte le medaglie e i trofei che vanta ma fidatevi di me quando vi dico che sono tanti. È emozionante sentire la sua allenatrice del liceo, Debbie Jackson, parlare di quanto brillante e talentosa questa giocatrice sia. Ma ora arriva la parte importante. Questa dichiarazione infatti, Debbie Jackson, l’ha rilasciata come commento rispetto alla detenzione di Brittney Griner in Russia. A quanto pare, è stata trovata con delle cartucce che contenevano olio di hashish (anche se la sua allenatrice ha dubbi sulla veridicità di questa affermazione visto che Brittney non è nuova al sistema giudiziario russo). Ed è stata arrestata. Non sappiamo dove sia. Né come stia. A volte sembra che le persone contino di meno, del gas, del petrolio, delle bombe e dei territori. E non è una bella storia da raccontare, ma in fondo, se non una radio di adolescenti che scoprono il mondo, chi dovrebbe raccontarla? Questa storia mi ha ricordato molto quello che è successo alla tennista cinese Peng Shuai e casi come questi stanno diventando sempre più all’ordine del giorno. Quando si perdono improvvisamente le tracce di una persona è assurdo e inserire gli sportivi in dinamiche politiche nelle quali non c’entrano nulla è la cosa più lontana dallo sport che esista. Domenica è stato ucciso in Ucraina un reporter americano, sempre più civili stanno perdendo tutto di fronte a una guerra che non vogliono. Di fronte a tutto questo mi viene spontanea una domanda. Perché così poche persone possono decidere il destino di una intera Nazione? Nessuno è riuscito ancora a darmi una risposta…