Andare a cavallo è un'emozione unica

"Andare a cavallo non è uno sport come gli altri, perché l’allenamento non inizia quando sali sul cavallo ma appena apri il suo box"
Antonio Enrique (Radioimmaginaria)
2 min

Ogni settimana racconti e storie, continua la nostra collaborazione con gli speaker di Radioimmaginaria, la radio degli adolescenti e il network in Europa fatto, diretto e condotto da ragazzi tra gli 11 e i 17 anni.

Andare a cavallo non è uno sport come gli altri, perché l’allenamento non inizia quando sali sul cavallo ma appena apri il suo box. Prendi in mano la spazzola, ti avvicini e inizi ad accarezzarlo, lo ascolti, gli chiedi come sta, capisci se c’è qualcosa che non va, proprio come si fa come un buon amico. In realtà non ho mai avuto un’ossessione per questo sport, ma vedere mia sorella andare a cavallo mi ha fatto venire voglia di provare e appena sono salito me ne sono innamorato. Andare a cavallo ti insegna a lavorare con altre persone, ad essere coordinato nei movimenti e anche a rialzarti subito dopo essere caduto. Dopo qualche mese di allenamento ho iniziato a competere in modo agonistico e con la mia squadra sono riuscito a vincere qualche premio importante come il primo posto ai campionati nazionali, purtroppo però dopo un anno ho deciso di prendermi una pausa. Anche se ora non faccio gare da un po’, mi sembra comunque di essere ancora vicino al mio maxi pony, come se si fosse creata una connessione che nessuno potrà rompere. La cosa bella infatti è proprio questa: l’equitazione ti insegna a prenderti cura di qualcuno, di un altro essere vivente, e riuscire a parlare con un animale molto più grande di te che però non può risponderti, è davvero una cosa magica.


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