“Forza Chris” su tutti i campi

Fare l’arbitro in Prima Categoria e pensare ai rischi che possono correre quelli che giocano
“Forza Chris” su tutti i campi© EPA
Filippo (Radioimmaginaria)
2 min

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C’è un momento in cui nel cuore d’Europa, il cuore dei tifosi di tutto il mondo si ferma e contemporaneamente si ferma anche il battito di Christian Eriksen. Fortunamente la rapidità con cui sono intervenuti i suoi compagni di squadra e i medici allo stadio è riuscita a salvarlo, ma se fosse successo ad un calciatore di una categoria minore? Pensandoci mi sono venute in mente due riflessioni: la prima riguarda la presenza dello staff medico durante la partita, la seconda invece è la tempestività dell’intervento dei soccorsi. Quello che è successo a Copenaghen mi ha sconvolto ed è un po’ come se su quel campo ci fossi stato anche io, perché sono un giovane arbitro. Tutte le domeniche calpesto i campi di periferia della mia regione, la Liguria, per arbitrare in Prima Categoria, campionato dilettantistico con poche pretese tecniche ed economiche. Lo faccio perché con fischietto e cartellini mi diverto e perché rincorrere 22 giocatori e un pallone mi dà un’emozione unica. Nonostante questo, quando accadono cose del genere mi fermo a pensare. Per le categorie dilettantistiche spesso sui campi non c’è nessun addetto in grado di intervenire se qualcuno ha un malore e come me ci sono altri migliaia di sportivi che continueranno a rischiare ogni domenica. Perciò, se succedesse una cosa simile ad uno dei miei giocatori, non solo rischierebbe di fermarsi il cuore di un ragazzo senza alcun aiuto, ma soffrirebbe anche il mio e sono sicuro che porterei un peso enorme per molto tempo. Se dietro alle porte, anche in periferia, ci fosse sempre un’ambulanza o qualcuno vestito di arancione pronto a salvare una vita, scendere in campo sarebbe molto più facile per tutti. Non possono esistere soccorsi da Serie A e soccorsi da Prima Categoria.


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