Dal divano alla bici, in fuga dalla pandemia

Dalle corse viste in tv alla voglia di nuove sfide. Ogni sabato in giro con gli amici su strade provinciali: è il bello dello sport
Dal divano alla bici, in fuga dalla pandemia© ANSA
di Gek (Radioimmaginaria)
2 min

Continua la collaborazione tra Corriere dello Sport-Stadio e i ragazzi di Radioimmaginaria, dal 2012 la radio degli adolescenti. Un network europeo fatto, diretto e condotto da ragazzi che hanno da 11 a 17 anni. Ci accompagneranno settimanalmente con storie, interviste e commenti.

Non sono mai stato un tipo sportivo. Ogni tanto andavo in palestra, convincendomi che mi sarebbe venuta la tartaruga, ma mai avrei pensato che sarei diventato un cicloamatore che si depila le gambe e rallenta il traffico. Il mio primo contatto col ciclismo è avvenuto quando ero piccolo. Mio padre mi ha sempre fatto vedere le corse in Tv: da buon sanremese, non mi perdevo mai la Milano-Sanremo ma, una volta tolte le rotelle, non sono più andato in bici. Crescendo, ho perso l’interesse per questo sport, fino al 2020, quando, dopo lo stop per il Covid, tutto il calendario è stato concentrato in estate.  Mentre guardavo con passione il Tour de France sul divano, vedevo le foto dei miei amici che facevano uscite in bici da 70km nell’entroterra sanremese e vedere Pogacar che a 22 anni vince il Tour non può lasciarti indifferente. Così, proprio come un bambino, ho iniziato a sognare. Mi sono alzato dal divano e sono montato in sella. Mio zio mi ha prestato la sua vecchia bici degli anni ‘70 con cui provavo a stare sulle ruote dei miei amici. Mi aspettavano sempre in salita, ma che mi fregava, nella mia testa il Poggio (quello della Sanremo) era lo Stelvio e facevo finta di essere un campione in fuga.
A Natale, fra regali e risparmi sono riuscito a permettermi la mia prima vera bici da corsa. Sicuramente non mi ha fatto diventare più bravo, ma mi ha messo la voglia di partire e non stare sempre sulla ciclabile. Ora ogni sabato andare in bici con gli amici, fra paesini e strade provinciali, è un appuntamento fisso, per faticare, per raccontarcela e per vedere posti stupendi. Guardare il ciclismo in definitiva mi ha insegnato che grandi fatiche portano a grandi soddisfazioni, mentre salendo sulla sella ho capito che in bici (soprattutto in salita) non bisogna arrendersi mai e chi si ferma è perduto. La vita è strana... Servivano 3 mesi chiuso in casa per iniziare a fare sport! 


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