Storie di donne, dieci e lode

Ieri a Roma la premiazione di donne che con la loro professionalità, e facendo squadra, hanno portato beneficio alla società. Tra le premiate Annalisa Minetti, atleta paralimpica. Ospite tra gli altri la Marcellini Gaddi Hercolani, un pezzo di storia olimpica italiana
Storie di donne, dieci e lode
Valeria Ancione
4 min

Commozione e successo per i racconti che si sono ascoltati nella decima edizione di “Storie di Donne”, ieri alla Sala Giunta del Coni al Foro Italico a Roma. Premi e riconoscimenti a donne che con la loro professionalità si sono distinte, o meglio hanno esaltato la peculiarità e la sensibilità di tutte le donne. Donne, dunque, portavoci anche di chi vive nell'ombra e per questo forse non vince premi, ma lavora per la crescita della società. Tra le premiate, ma assente per impegni lavorativi, anche Annalisa Minetti, atleta paralimpica e non solo, che con la sua storia di abnegazione è tra le più imponenti voci di donne che non mollano, che credono non solo nei propri sogni, ma che il proprio sogno possa essere uno stimolo per tutti (non solo per le donne) a trovare una strategia alle avversità della vita, per trasformare, come nel suo caso, il cammnino verso la "diversità" in una nuova possibile occasione di vita. Tra gli ospiti poi Luciana Marcellini Gaddi Hercolani (nella foto con Lisa Bernardini), nata a Roma  nel 1948, figlia del regista de "La Grande Olimpiade", Romolo Marcellini, che iniziò a nuotare a 9 anni e a soli 12 partecipò ai Giochi di Roma 1960, nei 200 rana. Fu la più giovane atleta in gara all'Olimpiade di casa e una delle più giovani nuotatrici di sempre a partecipare ai Giochi Olimpici. Prese parte anche agli Europei del 1962 a Lipsia.

L'appuntamento a lungo atteso, organizzato dall’Associazione culturale Occhio dell’Arte APS di Anzio guidata dalla giornalista Lisa Bernardini, quest’anno in collaborazione strategica con il Comitato Nazionale Italiano Fair Play (CNIFP) guidato da Ruggero Alcanterini, ed ACSI – Associazione di Cultura Sport e Tempo Libero presieduta da Antonino Viti, è stato come sempre un'occasione per esaltare donne del mondo dello sport, dello spettacolo, imprenditrici, scrittrici, registe, attiviste, scienziate e intellettuali, che si sono avvicendate nel tempo sul palco della rassegna e hanno ritirato il premio alla carriera professionale. L’edizione del decimo anno ha seguito una particolare declinazione fair play ed un fil rouge sociale, soffermandosi sull’importanza della prevenzione della salute.

Le premiate 2024 di “Storie di Donne” – Special Fair Play Edition sono state Eleni Sourani, ambasciatrice della Repubblica Ellenica in Italia; la tenente colonnello Giulia Cornacchione, tra le primissime donne ufficiali dell’esercito che ha combattuto contro un tumore e che ha raccontato le incredibili iniziative per la ricerca in cui si è adoperata, radunando tremila commilitoni e dedicandosi a raccolte fondi; Ginevra Barboni, fotografa, regista, docente di cinema; Michela Perrotta, biologa e ricercatrice; Grazia Urbano, stilista, la giornalista Laura Berti e Annalisa Minetti. La giornata è stata inaugurata da una formazione da camera tutta al femminile della Banda dell’Esercito Italiano, con la direzione della maggiore Antonella Bona (quest’ultima tra le premiate di “Storie di Donne” 2023). A coordinare gli interventi Anthony Peth. La sensazione che donne di questo calibro rifiutino l'eccezionalità, in tutte ha dominato infatti la parola "squadra", che significa come non è mai la singola persona col suo talento a vincere una partita, ma è quando quel talento è messo a disposizione del gruppo che si ottengono i risultati. Per sé e per gli altri.


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