Noi, cent'anni dopo

Leggi l'editoriale del Direttore in occasione del centenario del Corriere dello Sport-Stadio
Noi, cent'anni dopo
Ivan Zazzaroni
3 min

“Il Corriere dello Sport non ha bisogno di presentazione”. È l’incipit un filo enfatico dell’editoriale con cui il 20 ottobre 1924 il cofondatore del Corriere dello Sport, Alberto Masprone - discobolo, calciatore e allenatore, aviatore dannunziano - accese di vita un quotidiano che da un secolo fa parte della storia dell’editoria sportiva mondiale. Al suo fianco, lo ricordo, c’era Enzo Ferrari, il Drake, che svolse a lungo le funzioni di amministratore delegato.

Non avevamo bisogno di presentazione allora, nonostante stessimo nascendo proprio in quel momento, quel giorno, e tanto più non serve oggi.

Non mi dilungo pubblicando il resto dell’articolo, anche perché il linguaggio è sensibilmente cambiato, posso però assicurare che anticipava propositi logici, non promesse, proiettati nel futuro.

Noi, figli della stagione mediatica televisiva, siamo compiaciuti della coerenza di un pensiero secolare che incide più di altri mantra, accolti con fervore dal giornalismo: i risultati separati dalle opinioni. Quando - pena dei nostri giorni - i fatti si modificano con il passare delle ore. Mentre qui le vittorie sono vittorie e le sconfitte sconfitte, sportivamente verificate dalla tecnica e dalla passione.

Il Corriere dello Sport non ha bisogno di presentazione dopo un’esistenza di soddisfazioni, successi e lealtà nei confronti del lettore, ma deve continuare a respirare i grandi avvenimenti sportivi: di questi ha - sì - bisogno e dei loro protagonisti, delle emozioni che riescono a trasmettere e che abbiamo il piacere di diffondere sulle pagine, sul sito, sui social, con i video e tutti gli strumenti che la tecnologia ci offre.

Noi del Corriere dello Sport siamo in un territorio in continuo divenire, stabili nelle convinzioni e nell’impegno, davanti a un computer che a volte aggiunge e spesso sottrae, sfruttando l’assenza di regole chiare, in particolare sul copyright.

La sfida che affrontiamo ogni giorno e che proseguirà nei prossimi anni è la più stimolante e entusiasmante: quella della riconoscibilità, della differenza, dell’affermazione della competenza e dell’autorevolezza. Qualità, valori che si conquistano con il lavoro, con il coraggio delle opinioni. E con le novità.

Una l’abbiamo presentata proprio ieri, nel corso della Festa del Cinema di Roma. Anche noi abbiamo voluto fare cinema, un cinema di parole e ricordi: compleanni così importanti si celebrano di solito con una serata insieme a un gruppo comunque ristretto di amici e conoscenti. Noi la festa, una festona, l’abbiamo aperta con un film (che sarà trasmesso in tv) a tutti: a chi ci segue da decenni, anni, mesi, giorni, ore, ma anche a chi non ha mai preso in mano un quotidiano.

“Eroici!” è un lavoro che ci rappresenta pienamente, non solo perché il titolo si rifà all’edizione più venduta di sempre. Eroici! siamo noi, cento anni dopo. Noi e i nostri compagni di viaggio: Totti e Nesta, Montezemolo e Malagò, Cannavaro e Signori, Errigo e Tamberi, Panatta e Tomba, Egonu e Pozzecco, Verdone e Federica Pellegrini, Ancelotti, Mourinho, Bagnaia e tanti altri campioni capaci di mettere a fuoco il sentimento del presente e anche quello del futuro.


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