Nella giovane Italia che a Bari cerca punti ed emozioni nel Grand Prix, c’è una ventenne sbocciata nell’ultima stagione, Anna Danesi, bresciana, centrale lanciata in azzurro dal ct Bonitta e già ingaggiata dal Conegliano scudettato.
Un 2016 da incorniciare: dal Club Italia in A1 alla Nazionale, fino all’approdo nel club campione d’Italia. Si aspettava di bruciare le tappe così velocemente?
«No, sinceramente non me l’aspettavo. La cosa che devo sicuramente fare è ringraziare il progetto voluto dalla Federazione, il Club Italia, che mi ha aperto le porte per entrare in Nazionale e per poi farmi vedere in campionato»
In Brasile un’Italia con quattro giocatrici del Club Italia, due di voi, lei e la Cambi, passate per Volleyrò.
«Nella prima tappa in campo c’era un’età media di 21 anni. L’unico problema è stato quello di avere molto meno esperienza rispetto alle brasiliane. Ma l’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco c’erano».
Quali differenze tra il giocare in campionato e con la Nazionale?
«La differenza tra campionato e Nazionale è che senti più il peso, rappresenti una nazione, tante vorrebbero essere al tuo posto devi fare di tutto per mantenerlo. Aspetto tecnico e psicologico non cambiano: bisogna pensare sempre a quello che va fatto, e farlo meglio possibile senza farsi prendere dall’ansia, che è superiore rispetto a una gara di campionato»
Lanciare tante giovani tutte insieme è sorprendente: lei cosa pensa di questo salto nel futuro della Nazionale di Bonitta?
«Penso in positivo. Se sono stata convocata è perché il ct ha creduto nelle giovani. penso ci sia buon equilibrio tra la linfa verde e le più esperte. Noi possiamo dare a loro entusiasmo, loro ci possono correggere dal punto di vista tecnico e tattico.
Il momento finora più bello in Nazionale?
«Quello dell’esordio e aver potuto giocare partite in Turchia al preolimpico. Il più difficile forse non è ancora arrivato. Voglio continuare a lavorare come sto facendo per guadagnare un posto per Rio»
Quale pensa sia la sua qualità migliore e quale invece il punto debole da eliminare?
«Ora vado meglio in attacco che a muro. Il punto debole da eliminare è che se non attacco entro difficilmente in partita. Il muro è il fondamentale che mi riesce meno ed esco dal gioco. Questo è un difetto da eliminare»
Orago, Volleyrò, Club Italia: lei come visse da giovanissima quelle esperienze?
«Tre ambienti diversi tra loro, nel Club Italia sei protetto dalla Federazione, sempre al Centro Pavesi. Con Orago e Volleyrò c’era più libertà per uscire. A Roma ho vissuto una delle esperienza più belle, mi sono trovata molto bene con tutte le persone che mi hanno seguito e accolto fin dal primo giorno. Lo ammetto, un po’ mi manca giocare a Roma, se un giorno ci fosse una squadra di alto livello penso che tornerei molto volentieri».
A Conegliano c’è il rischio di giocare poco...
«Si, c’è il rischio di fare panchina, dovrò cercare di rubare il posto a due giocatrici molto forti. Ma non temo che si rallenti il processo di crescita perché il livello che ci sarà in allenamento sarà molto alto e Davide Mazzanti sicuramente mi darà modo per migliorare»
Giocare accanto alle veterane le fa effetto?
«Un po di soggezione all’inizio c’è, hanno molta più esperienza di me. Ma poi in campo si pensa solo a vincere e a fare bene»