La pallavolo italiana piange la scomparsa di Sergio Guerra, semplicemente il più vincente allenatore della pallavolo femminile italiana, in un'epoca in cui il volley era ancora lontano dalla dimensione che avrebbe acquisito in seguito. Un allenatore da Guinness dei primati, perchè la sua Teodora Ravanna vinse undici scudetti consecutivi, oltre alle due Coppe dei Campioni che regalarono all'Italia una dimensione internazionale.
Sergio Guerra aveva 71 anni, era nato a Cesena il 23 aprile del 1944. Intraprese la carriera di allenatore alla fine degli anni 70, dopo essere stato giocatore e con la presidentessa dell'Olimpia Teodora, Alfa Garavini, formò un binomio unico e vincente. Una squadra, la Teodora, formata da un blocco granitico che variò pochissimo, di anno in anno, solo aggiungendo la straniera che a quei tempi era possibile tesserare. Fu anche ct della Nazionale, portando in azzurro i cinque sesti della Teodora, facendo perno sulla palleggiatrice Manuela Benelli. E per l'Italdonne arrivò la prima storica medaglia, il bronzo agli Europei del 1989 in Germania Ovest, dietro i colossi di allora, Urss e Ddr (la Germania Est).
Alla fine di quel fantastico ciclo, Guerra decise di lasciare la pallavolo per dedicarsi alla direzione della struttura sanitaria privata appartenente alla sua famiglia.
Tornò al volley per altri quattro anni quando a Ravenna si provò a ricostruire la squadra: altri due campionati di A1, poi la crisi, la cessione dei diritti, la ripartenza dalla B2 subito coronata dalla promozione in B1.
Giorni davvero tristi per il volley ravennate, che sabato aveva perso Gianni Pasini, che fu presidente del Messaggero Ravenna, ed ora il fuoriclasse che guidò l'Olimpia Ravenna nella leggenda dello sport italiano.