ROMA - Da un Mondiale all’altro, roba da far invidia ad ogni presidente di federazione, perfino quando le cose vanno male. Carlo Magri ha un’anima divisa in due: ha sofferto per il crollo della Nazionale maschile in Polonia, resetta provvisoriamente e lavora per la rassegna iridata femminile che l’Italia ospiterà dal 23 settembre al 12 ottobre, col conforto dei sette gol segnati dalla sua Inter al Sassuolo che gli hanno regalato un sorriso domenicale. «Fortunatamente il maschile è un capitolo chiuso. Ora voltiamo pagina e pensiamo al femminile . E’ la forza della pallavolo, avendo dieci vite possiamo pensare che una riesca a salvare le altre. Bisogna sempre pensare in positivo. Le donne avranno il compito di tirarci su il morale, il mio e quello degli altri. Siamo quelli che puntiamo sul futuro»
Però la delusione per la Nazionale maschile è stata grandissima.
«Non lo discuto. Inutile arrampicarsi sugli specchi: è stato un mondiale fallimentare. Non ci sono alibi. Bisogna riflettere. Nel bene e nel male siamo quelli che eravamo due mesi fa nella World League e un anno fa agli Europei d’argento»
Normale chiedersi se il ciclo di Mauro Berruto ct sia giunto al capolinea.
«Con il ct Berruto avrò modo di parlare: mi dovrà spiegare i motivi dell’andamento di questo mondiale che non ha soddisfatto nessuno. Devo parlare con il mio allenatore, per il rispetto che gli è dovuto e per sviscerare problemi tecnici. Ma non ora, con calma, lasciando raffreddare le cose. Anche l’idea di disunità che è stata percepita sarà un motivo da analizzare fino in fondo. Ci confronteremo con serenità»
Il presidente Magri puntualizza di non essere un mangia allenatori.
«In oltre 30 anni di volley e nel ventennio che sono alla Fipav ho cambiato poco, alcuni sono andati via scegliendo di fare altro e ho dimostrato di non avere problemi a richiamare tecnici come Anastasi e Bonitta. Ci sono i tempi e i momenti che vanno considerati. Oltre alla Nazionale c’è anche un lavoro generale fatto per la Federazione, progetti. Ciò non cambia il discorso su come è andata ai Mondiali. In ogni disciplina anche per gli allenatori ci sono percorsi, tappe che si chiudono e che si aprono: bisogna riflettere, ragionare»
Sa che sarà difficile qualificarsi per l’Olimpiade di Rio.
«Ma siamo sempre secondi nel ranking europeo. L’Europa meriterebbe più considerazione per il valore della sua pallavolo. Ma alle Olimpiadi ci andremo: e già che si è citato il 1982 (azzurri al 14° posto, peggio della Polonia dove sono stati tredicesimi, ndr) dico che sono stato un antesignano nel comprendere il valore della Nazionale per il movimento, ci battemmo per andare a Los Angeles e prendemmo il bronzo. La pallavolo non può fare a meno di una Nazionale forte. Arrivo a dire che questo risultato può rivelarsi costruttivo per il futuro: ha fatto emergere problematiche che vanno affrontate e risolte»
Ci sono società che negano i giocatori al Club Italia, non accolto in A2 e costretto alla B1.
«Il Club Italia è una necessità impellente, non uno sfizio del presidente. Solo due società lavorano sul settore giovanile, i club hanno difficoltà ad operare come una volta. Sono arrivati i risultati e sono usciti atleti diventati azzurri: i tre quarti delle ragazze, Vettori, Lanza. Ma ci rivolgiamo a dirigenti che comprano giocatori stranieri del ‘95...»
Magri ricorda gli investimenti per le Nazionali: «I soldi che ci dà il Coni sono per l’attività azzurra e noi spendiamo tre volte tanto»
Dinanzi alle meraviglie pallavolistiche polacche il confronto tra Poland 2014 e Italy 2014 si prospetta impegnativo.
«A livello promozionale si parte da due handicap, la Polonia ha cinque immensi palasport, noi ci salviamo col Teatro Farnese che ha ospitato il sorteggio a Parma, col Colosseo... Sarà sempre più difficile avere grandi manifestazioni ma non sono pentito. Se le cose andranno bene l’attenzione crescerà. Oggi c’è stanchezza, sconforto, ma sono contento perchè la pallavolo è all’avanguardia in Italia»
La Ferretti azzurra a 25 giorni dall’operazione, la Cardullo che ritorna dopo tanti guai fisici, la Lo Bianco che ci stava male a star fuori, la Costagrande che risponde con entusiasmo, la Piccinini che torna da capitano: per la maglia azzurra c’è sempre tanto amore.
«Il grave infortunio di Lucia Bosetti ci aveva tramortito. Queste ragazze mi hanno rincuorato: tutte insieme, con Bonitta, unite verso l’obiettivo comune. Sono tutte meravigliose. Mi fa piacere che ci siano tante giovani e tre napoletane in squadra (Chirichella, Del Core, De Gennaro, ndr). E spero che la Rai, che ha fatto un buon lavoro in Polonia, faccia ancora meglio per i Mondiali in Italia»