Barcellona, inizia la caccia al quinto titolo

Il caso Pedro monopolizza la conferenza stampa della vigilia della trasferta basca di Supercoppa di Spagna. Luis Enrique viaggia a Bilbao con il medesimo gruppo che ha sconfitto il Siviglia a Tbilisi. Si preannuncia un moderato turn over.
Andrea De Pauli
4 min

BARCELLONA. Un quarto d’ora scarso davanti ai microfoni, occupato in gran parte ad analizzare la particolarissima situazione dell’inquieto Pedro, combattuto tra la voglia di rimanere e il desiderio di avere a disposizione più minuti di quelli che il Barça attuale possa garantirgli, in considerazione della ciclopica concorrenza di Messi, Luis Suarez e Neymar. Tutto nella norma nella sala stampa di Sant Joan Despì, dove Luis Enrique si presenta alla vigilia della trasferta di Supercoppa di Spagna di Bilbao, dove potrebbe iniziare a plasmarsi il quinto trofeo dell’anno solare 2015 per i blaugrana.

IL CASO PEDRO - Si parte da una maliziosa domanda sulle condizioni fisiche di Pedrito, che nonostante l’indisponibilità di Neymar, causa orecchioni, a Tbilisi era partito dalla panchina. “Confermo che due giorni prima non si era potuto allenare. Ha interrotto l’allenamento per un fastidio all’adduttore, ma ora sta bene come tutti gli altri giocatori che sono venuti in Georgia per la Supercoppa europea”, l’esordio di Lucho, che poi ribadisce un concetto a cui tiene molto. “Non so che succederà. A me piacerebbe che Pedro rimanesse. Ad ogni modo, io prendo sempre le mie decisioni in base a quello che vedo sui campi d‘allenamento, non ai movimenti di mercato”. Un respiro e l’extecnico della Roma approfondisce la questione. “La situazione di Pedro è atipica. Da un lato vuole rimanere, ma dall’altro vuole anche essere sicuro di giocare più minuti. È una situazioni difficile, che comprendo a pieno. A me spetta decidere chi stia meglio globalmente per giocare”. L’allenatore asturiano, chiude l’argomento con un’ammissione. “Non vedo l’ora che si chiuda la finestra di mercato, così finiranno tutte queste storie e saprò finalmente quali saranno i giocatori che avrò realmente a disposizione per affrontare la stagione”.

TURN OVER - Caso Pedro a parte, i pensieri di Luis Enrique sono tutti per l’Athletic Bilbao e per i possibili strascichi delle fatiche extra di Tbilisi, dove al Barça sono serviti 120 minuti di gioco per strappare un sudatissimo 5-4 al commovente Siviglia di Ciro Immobile. “Andiamo a Bilbao con il medesimo gruppo che ha disputato la Supercoppa europea. Ci sarà anche Iniesta, che ho dovuto sostituire nell’ultima partita per un colpo e non per un problema muscolare. Ora sta benissimo”. Il piano è limitare i danni, per poi approfittare della gara di ritorno davanti al pubblico amico del Camp Nou, fissata per lunedì prossimo. “La stanchezza si farà sentire, ma abbiamo la fortuna che la competizione si aggiudichi in un doppio confronto. Il piano rimane quello di far bene. Ci presentiamo per vincere, attraverso un possesso palla che ci possa permettere di amministrare le energie, ma di fronte ci sarà un avversario che farà di tutto per rovinarci i nostri progetti”. Probabile qualche rotazione, sulla linea della stagione precedente, caratterizzata da uno studiato turn over. “Valuterò ogni caso individuale, ma l’undici sarà competitivo. Non intendiamo cambiare strategie, anche se quest’anno ci sono alcune differenze. Prima dell’inizio della Liga avremmo già lottato per due titoli. Siamo obbligati ad essere subito in condizione. Direi che siamo la squadra da battere in Europa”. Alla caccia al quinto tassello del possibile Sextete non parteciperanno ancora una volta gli indisponibili Jordi Alba e Neymar, oltre ad Arda Turan e Aleix Vidal, inutilizzabili fino allo scoccare dell’anno nuovo. “L’en plein di titoli lo abbiamo bene in mente”, la chiosa di Luis Enrique. “Per il Mondiale per Club, però, manca ancora tantissimo. Ora ci concentriamo esclusivamente sull’Athletic Bilbao”.

@andydepauli

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