Binaghi: Starace e Bracciali? Fit valuta giustizia ordinaria

Dopo la radiazione decisa dalla Federazione per le scommesse sui match parla Binaghi, presidente della Fit: «Ci auguriamo che i due tennisti  riescano nei gradi successivi a dimostrare di non aver commesso i gravissimi fatti per i quali sono stati condannati dal Tribunale federale perché  il danno di immagine arrecato al tennis italiano sarebbe così grave che la Fit, dopo essere intervenuta quale parte lesa in sede disciplinare in questo procedimento, non esiterebbe a chiederne conto ai colpevoli anche in sede di giustizia ordinaria»
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ROMA - "Trattandosi dell'esito di un processo di primo grado, non possiamo che augurarci che Bracciali e Starace riescano in quelli successivi a dimostrare di non aver commesso i gravissimi fatti per i quali sono stati condannati dal Tribunale federale". Lo dichiara il presidente della Federtennis Angelo Binaghi, come riportato sul sito della stessa Fit, in seguito alla radiazione di Daniele Bracciali e Potito Starace (più 40mila euro di multa per il primo e 20mila euro per il secondo), decisa a conclusione del procedimento disciplinare a carico dei due tennisti per aver alterato l'esito di alcuni incontri realizzando guadagni illeciti tramite scommesse.

BINAGHI - "Daniele e Potito - continua Binaghi - hanno rappresentato per molti anni l'Italia nel mondo, difendendo anche con passione la maglia azzurra in Coppa Davis, e questo non va dimenticato. Se però anche i successivi gradi di giudizio confermassero quanto sin qui accertato dalla giustizia sportiva, o addirittura emergessero nuove responsabilità a carico di altri tesserati, il danno di immagine arrecato al tennis italiano sarebbe così grave che la Fit, dopo essere intervenuta quale parte lesa in sede disciplinare in questo procedimento, non esiterebbe a chiederne conto ai colpevoli anche in sede di giustizia ordinaria".


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