PARMA - "Sono contentissimo, penso che il rapporto con la società sia un rapporto vero, sono orgoglioso di rappresentare questa città. Dopo tante sofferenze, siamo riusciti a portare la squadra dove la parmigianità voleva. Ora dobbiamo tenerci la Serie A ben stretta, ma senza spese folli o accontentare tutti spendendo soldi che non abbiamo: a volte nel fare calcio per accontentare la piazza si rischia di rovinare tutto". Il direttore sportivo del Parma, Daniele Faggiano, ha parlato così poche ore dopo il rinnovo di contratto che lo ha legato al club crociato fino al 2020: "Preferisco ricevere insulti, ma non voglio che il mio nome sia legato al riportare indietro la squadra. Dobbiamo essere tutti un unico blocco".
IL RINNOVO - "Il mio contratto, che scadeva a giugno, è stato prolungato di un solo altro anno e c’è un motivo: mi sento l’ottavo socio, uno di famiglia. Non voglio avere rapporto lunghi per questo motivo, siccome mi sento di famiglia preferisco fare piano. Per me è sempre un punto di partenza e non di arrivo, piano piano grazie a tutti stiamo cercando di tornare una società importante. Cerchiamo di andare avanti con le nostre gambe, puntellando anche la squadra. Per il mio modo di operare, io preferisco che la squadra stia lontana da tutte le chiacchiere, c’è stato un trapasso societario che alla squadra stessa non ha pesato. Scoccia che ogni sabato prima della partita dell’ultimo mese venga fuori un nome legato mercato, la squadra più tranquilla sta e meglio è. Per questo dico che ci vuole unità. Ogni lunedì se vinciamo si cerca il pelo nell’uovo, ma il Parma viene dalla D alla A in 3 anni. Leggo statistiche mai viste. Se qualcuno ce l’ha con me se la prenda con me, non con la squadra, certe cose non fanno bene né alla squadra né alla società".
MERCATO - "Il mercato? A tutti dico la stessa cosa: non si parla di mercato, manca un mese a gennaio e sette partite, dunque tutto può cambiare, inutile fare nomi, per il mio modo di lavorare preferisco fare mercato più grosso in estate e muovere poco a gennaio, perché si creano più incognite con uno spogliatoio da ricreare in poco tempo. Nomi non ne faccio, ruoli non ne dico, valutiamo giorno per giorno. Vige la regola della lista, vedremo. Gli infortuni di Sierralta e Dimarco numericamente ci hanno penalizzato, grazie a Dio abbiamo qualche stakanovista che si adatta a tutto. So io e chi c’era vicino a me cosa abbiamo passato nel mercato estivo; è stato un mercato complicato, nelle difficoltà ci esaltiamo ma i bastoni tra le ruote in tante situazioni ce li hanno messe. Non mi pento della scelta, sono arrivato al Parma con 6 mesi di contratto con un opzione a favore della società e non mia, non ero venuto in C per fare i soldi; non mi pento, quando venivo qui a trovare un amico che studiava pensavo che fosse la città ideale per lavorare”.
PROGETTI - “Calaiò? Gli voglio bene, sta bene e si allena con la squadra, è squalificato ma è un giocatore del Parma, poi sceglieremo assieme il da farsi. I progetti della società? Sono quelli di confermarci in Serie A quest’anno e poi piano piano mettere le basi per fare bene, dobbiamo essere equilibrati. Fino a quando ci sarò io, il programma sarà improntato sull’equilibrio. L’anno scorso ci sono state squadre che ne hanno vinte 5 gare di seguito e poi perse 10 di seguito, cioè 30 punti persi quindi ci vuole equilibrio. E’ fondamentale. Dopo i 17 punti dobbiamo continuare a farne altri passo dopo passo. In Serie A se non si può vincere mi accontento del pareggio, vedi la gara con il Frosinone, quel punto è stato importante. Se mi aspettavo questi 17 punti? Posso dire che ho sempre visto la squadra viva, dal ritiro, con motivazioni, che voleva fare bene, dai più grandi ai più giovani, mi aspettavo di fare bene. La fortuna? Devi sapertela cercare. I ragazzi sono tutti stimolati, prima si salvano e prima sono tranquilli".