FIRENZE - La vittoria, finalmente, tutta Firenze e tutta la Fiorentina festeggiano. L’hanno voluta con ogni energia, quelle residue, l’hanno inseguita, raggiunta e difesa. Anche se Sousa e i suoi giocatori non sono più quelli di inizio stagione, anche se la stanchezza mentale ti tiene a terra che nemmeno un’ancora.
Anche se Kalinic non trova più il gol, anche se Tomovic e Roncaglia «ghignano» difficoltà, anche se Tello continua a non far innamorare e Bernardeschi cerca con il lanternino il proprio talento. La vittoria, finalmente, che mancava da due mesi esatti al Franchi e dal 21 febbraio in assoluto (ultima con l’Atalanta). Il Sassuolo ha accettato un ruolo dimesso, ha aspettato, colpito una volta con Berardi, ha letteralmente regalato il terzo gol ai viola, con un errore che ha lasciato tutti di stucco. Roba da “Tragico Fantozzi”. Autogol che divide fra chi capisce il “piccolo caso umano” e chi inclemente esplode di risate.
La vittoria, che tutti giustamente dedicano ai tifosi della Fiesole. Loro, più di ogni altro, c’hanno creduto. Hanno tifato perdendo la voce. E poi Borja Valero che spreme, lui sì, anche la buccia. Alonso, un assist, un palo e chilometri di fascia. Anche Ilicic che si batte e segna un gol dei suoi, di zucchero filato. E infine Gonzalo, capitano questa volta di una squadra che s’è vista, che non ha chinato il capo, che anche dopo il pari di Berardi ha reagito e ripreso il risultato. E la classifica è ancora viva. Vietato mollare, vietato pensare al prossimo anno. Il futuro, come dice lo stesso Sousa, è adesso.
LE PREMESSE - Tutto in campo, Sousa è stato chiaro. Ogni energia, ogni scintilla ancora viva, ogni desiderio da riattivare. Paulo ha chiamato la sua squadra alla battaglia dell’orgoglio. Non una partita come le altre, ma la partita per tumulare il senso di depressione generale. Già il Franchi, come atteso, è per metà vuoto. Non ci sono nemmeno i tifosi del Sassuolo. Una partita immersa nel grigio, da illuminare, da colorare.