BOLOGNA - «Chiediamo scusa ai tifosi». Sei a zero significa dover dire: mi dispiace. La voce della società, il giorno dopo, è quella dell’amministratore delegato Claudio Fenucci, ieri all’ora di pranzo, a Casteldebole. Il Bologna è stordito. La classifica piange, la squadra è in balia delle onde, ma per Fenucci il timoniere non si tocca. «Il nostro futuro con Donadoni non è in discussione». Saputo ha saputo. «Gli ho telefonato, l’ho informato su quanto successo a Napoli. E’ molto dispiaciuto, certo, per il risultato, ma più di altro per la prestazione, che non c’è stata. Ma anche lui sa che queste cose possono succedere...».
(POCHE) CERTEZZE - Donadoni non si tocca, tocca anzi a lui ripigliare il Bologna dal fondo del pozzo in cui è precipitato. Fenucci spiega: «Con Donadoni il Bologna ha raccolto 31 punti in 24 partite, ed è un rendimento che ci fa essere in linea con il nostro obiettivo stagionale». Il Bologna - nonostante dentro e fuori Casteldebole qualcuno abbia pensato il contrario - è una squadra, come ha ripetuto più volte Donadoni, «con limiti congeniti». «Questo calo è fisiologico - dice Fenucci - e ci sono tante motivazioni: i tanti giovani, le energie spese per la rincorsa». Sul numero dei punti da fare per blindare la salvezza Fenucci non si sbilancia. «Le tabelle non dobbiamo farle noi, ma chi ci segue. Pensiamo a battere il Genoa».
DONADONI VAGO - Il tracollo è evidente. Fenucci trova un solo appiglio: Donadoni. «Non si discute. La società apprezza il modo di lavorare del tecnico e del suo staff, adesso dobbiamo pensare soltanto ai punti che mancano alla salvezza».
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