DALLA LIGURIA CON FURORE - C’è chi il mare ce l’ha nel dna per nascita, ed è la sua vita. Così è per il surfista Filippo Orso: nato a Genova, classe 1987, si divide, sempre alla ricerca dell’estate e delle onde, tra l’Italia e la Spagna.
L’attaccamento all’acqua l’ha sviluppato fin da piccolo grazie alla forte cultura del surf nella sua Pietra Ligure. Già sulla tavola da quando aveva otto anni, è cresciuto guardando in VHS il cult movie per eccellenza Un mercoledì da leoni e il mare è sempre stato la sua grande passione, fino alla prima gara. Da lì, il resto è venuto da sè: ha vinto nel 2004 il Campionato Italiano e, nel corso degli anni, ha partecipato a competizioni in Europa e ai Mondiali in California.
“Ma per surfare, nello stivale - la stagione migliore è l’autunno, da ottobre a gennaio, che permette di cavalcare le onde fino a quattro volte a settimana - anche l’Adriatico è ideale, e le regioni migliori sono la Toscana, il Lazio, la Sicilia e la Calabria. La Sardegna poi, in una meravigliosa cornice che alle Canarie ha ben poco da invidiare, offre un’altissima media stagionale di 220 giorni di onde all’anno”.
Ad oggi Filippo è considerato uno dei più forti d’Italia. Sponsorizzato Rip Curl e Vans, è reduce dal programma televisivo Italian Pro Surfer, il talent dedicato al mondo del surf che ha visto sfidarsi otto concorrenti che hanno viaggiato da Marrakech a Mirleft in un’avventura off road densa di adrenalina alla scoperta di scenari mozzafiato e dell'onda più memorabile.
La sua giornata tipo a Santander è la classica di chi al mare vive la sua intera esistenza: sveglia alle 8, colazione leggera e poi via tutto il giorno sulle tavole di Sequoia Surf Board ad insegnare a chiunque voglia cimentarsi in questo sport, senza limiti di età. Oltre alle lezioni, si occupa del tour operator di viaggi, a tema ovviamente, SurfToLive, che offre surf camp nelle mete più belle come Sri Lanka, Marocco, Fuerteventura...
Sul consigliare questo sport a chi ne è affascinato, non ha dubbi: il surf non ha età. E se certamente la predisposizione fisica - baricentro basso, gambe corte e grande equilibrio - aiuta, è molto importante l’allenamento, ma soprattutto la continuità. “Il migliore allenamento per il surf è proprio il surf - afferma. - In passato un surfista era considerato forte se aveva talento, e il fisico si formava praticando. Oggi l’ affiancamento del potenziamento muscolare in palestra è fondamentale: regala più fisicità e forza, e ha permesso la partecipazione ai Mondiali di molti surfisti europei. Oggi i salti sono stati portati all’estremo: ci si allena sui tappeti elastici per provare le rotazioni. I circuiti in palestra servono per aumentare la forza esplosiva. Un’ onda media dura infatti 10/15 secondi ed è quindi necessario dare sfogo a tutta la propria potenza, sia per chi utilizza il long board e chi lo short board, che vede protagonisti trick e manovre”.
E per la situazione italiana non nasconde una certa amarezza. “La situazione è complessa e non facile. Tanti anni fa il CONI sosteneva la Nazionale. Adesso è andato tutto un po’ a perdere nonostante il surf sia cresciuto in maniera esponenziale. Resistono ancora alcune gare in Italia ma non sono abbastanza. Molte icone del surf hanno smesso di gareggiare e si sono dedicate ai video, ma non tutti possono farlo. Nel mondo la PWA - Professional Windsurfers Association ha portato il World Tour ad un livello altissimo, con gare veramente spettacolari”.
E tra i progetti per il futuro nel breve periodo, una scuola tutta sua: la location è ancora segreta, ma dal prossimo autunno, la sua Salty Bear Surf School sarà pronta ad accogliere nuovi surf addicted. Con una mission: insegnare e trasmettere la passione totalizzante per il mare. “Da ligure a mio parere i miei conterranei il mare non lo vivono abbastanza. E’ un bene che abbiamo e che va tutelato, in termini ambientali ma anche e soprattutto culturali. Invito a vivere il mare - anche tra canoa e immersioni subacquee - in tutte le sue sfaccettature, durante tutto l’anno”.